Prima udienza per la morte di Samanta Fava, uccisa (?) e murata in una cantina

Un momento della conferenza stampa della polizia al ritrovamento del corpo a cui seguì l'arresto di Cianfarani
Un momento della conferenza stampa della polizia al ritrovamento del corpo a cui seguì l'arresto di Cianfarani

Sarà una perizia psichiatrica a stabilire se Tonino Cianfarani era capace di intendere e di volere nel momento in cui ha seppellito il corpo di Samantha Fava.

 

Questa, quanto meno, la richiesta del difensore di Cianfarani il quale ritiene che l’uomo non abbia commesso il delitto ma solo l’occultamento di cadavere. (Primo capo d’accusa: omicidio).

 

Come si ricorderà il corpo di Samantha Fava è stato ritrovato murato, lo scorso 19 giugno a Fontechiari, all’interno di una cantina di proprietà dello stesso Cianfarani. Non sono chiare però le cause della morte.

 

Della donna si erano perse le tracce, tanto che per giorni i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno scandagliato il fiume Liri alla ricerca del corpo (proprio su indicazione delle stesso Cianfarani il quale aveva detto che Samantha si era sentita male e che era  caduta nel fiume).

 

Nella prima udienza di oggi presso la Corte d’Assise del tribunale di Cassino il difensore ha chiesto la perizia psichiatrica. Sarà ora il giudice a stabilire se la ritiene necessaria ai fini della sentenza che vedrà sfilare una quarantina di testimoni. Intanto la famiglia di Samantha, il figlio minore e l’ex marito, si sono costituiti in giudizio.

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