Anziano salvato a Collepardo. Grave ritardo nell’allerta dei soccorsi

Sull’anziano rimasto bloccato in un burrone a Collepardo i tecnici del soccorso alpino denunciano che il salvataggio è stato possibile solo dopo quasi 24 ore dalla richiesta di aiuto per il grave ritardo con cui è stato allertato il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

 

Il 75enne – sofferente di alcune delicate patologie vascolari - è stato ritrovato in precarie condizioni sanitarie dopo una notte all'addiaccio. Era caduto in un vallone nella mattinata di lunedì (attorno alle 9.00), durante una camminata per raggiungere l'uliveto di sua proprietà situato nello stesso comune in località Vallone della Reneta. Sulla via del ritorno l’uomo è scivolato in un vallone dove ha perso l'orientamento rimanendo sul posto tutta la notte.

 

Le ricerche del CNSAS, nonostante abbiano avuto esito positivo il giorno successivo, sarebbero potute essere molto più rapide e proficue se il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, secondo le attribuzioni di legge, fosse stato correttamente avvisato dagli enti preposti non appena è scattato l’allarme: l’uomo, con il suo cellulare, entro le 10.00 di mattina di lunedì aveva contattato la moglie segnalando di trovarsi in grave difficoltà, in un luogo impervio e in precarie condizioni di salute.

 

In breve tempo sono stati allertati i Vigili del Fuoco, arrivati con celerità sul posto, i Carabinieri, la Prefettura di Frosinone, il Sindaco di Vico nel Lazio e la sala operativa regionale della Protezione Civile. Ma nessuno degli organi sopracitati ha allertato il CNSAS, competente, come sanciscono le leggi nazionali per la ricerca in territorio montano. Il servizio regionale Lazio del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è stato contattato solo alle 19.45 di lunedì da un funzionario della Protezione Civile: le squadre del CNSAS si sono trovate ad operare così dopo il crepuscolo, durante le ore notturne, in grave ritardo, riuscendo a trovare l’uomo solo la mattina successiva.

 

“Non è la prima volta che veniamo allertati in ritardo per la ricerca di persone scomparse in ambiente montano – dichiara il presidente regionale Lazio del CNSAS, Corrado Pesci -. Spesso veniamo chiamati solo quanto altri enti sul campo non riescono a risolvere la situazione, mentre per assicurare un intervento nel segno della professionalità che distingue i nostri tecnici il ‘fattore tempo’ è fondamentale. L’anziano avrebbe potuto essere salvato molte ore prima, evitandogli una notte all’addiaccio e inutili rischi per la precaria salute. Chiediamo agli Enti statali che hanno coordinato la prima fase delle ricerche, puntuali spiegazioni sui motivi del grave ritardo nell’allerta del Soccorso Alpino. La nostra non è polemica – conclude Pesci – ma una forte spinta al miglioramento delle procedure di coordinamento istituzionale nei casi, purtroppo frequenti, di persone disperse e ferite in montagna”.

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Commenti: 3
  • #1

    uno qualsiasi (giovedì, 14 agosto 2014 20:51)

    purtroppo anche questa vicenda, per fortuna finita bene, mostra come si viva di immagine e poco di sostanza. quel poveretto ha passato la notte fuori perche' qualcuno avrebbe fatto bella figura raccontando che la propria amministrazione era riuscita a salvarlo, e cosi' finire sul giornale con medaglia! peccato che non ci siano riusciti e quando han capito che la cosa avrebbe potuto prendere una brutta piega, si son trovati a dover allertare i veri professionisti che han passato la notte fuori a rischio anche della propria incolumita', cosi' han dovuto rimediare alla incompetenza dei salvatori da baraccone. se fossi un familiare del signore sarei un po' incazzato e chiederei i danni a tutti gli Enti statali denunciandoli per tentato omicidio per omissione di soccorso!

  • #2

    osservatore (giovedì, 14 agosto 2014 22:36)

    la medaglia non serve a nessuno! ci dovrebbero essere "persone " ,coordinate da enti preposti ,che intervengano se necessario! sopratutto nelle loro competenze e non attitudini! senza mania di protagonismo nel cercare il trofeo! la parola "collaborazione" non mi é sembrata mai mensionata nell'articolo , non certo si possa dire che non sia una polemica atta a screditare chi fa del proprio mestiere "quotidiano " una missione vocativa! senza definirsi eroe o superman! ma mettendo a disposizione conoscenza e sopratutto disponibilitá e professionalitá. in merito alla ricerca sono intervenute piu squadre ,anche di cittadini del posto ma il ritrovamento a quanto pare sia da attribuire ad una persona del posto. per il recupero dell'individuo invece credo si possa ringraziare tutto il personale presente nessuno escluso.

  • #3

    Ruggero Marazzi (domenica, 17 agosto 2014 17:44)

    Sig. uno qualsiasi, cosa significa "si son trovati a dover allertare i veri professionisti"? Secondo lei, VVF, Corpo Forestale dello Stato, Protezione Civile, Carabinieri, non sono forse professionisti? Che ci possa essere stata una grave mancanza nel non avvertire tempestivamente il Soccorso Alpino lo condivido, ma sminuire le capacità operative dei soccorritori appartenenti alle altre strutture operative, mi sembra affermare una stupidaggine, peraltro non rispettosa della loro professionalità. Detto questo, ritengo quello che ancora manchi è un coordinamento unitario ed un numero telefonico unico per le emergenze obbligatorio da anni e presente in ogni paese europeo.