Operazione Tulipano. 61 Arresti

È scattata questa mattina all’alba l’operazione tulipano: 61 arresti, beni confiscati per decine di milioni di euro, decine di locali posti sotto sequestro. In manette i vertici di un'organizzazione criminale di stampo camorrista ma ampiamente ramificata sul territorio romano.


A capo dell’organizzazione  criminale Domenico Pagnozzi detto "ice" per via degli occhi di ghiaccio, già condannato all'ergastolo per omicidio ed attualmente detenuto in regime di 41 bis. Secondo nella lista dei più pericolosi è Massimiliano Colagrande, uomo vicino agli ambienti della destra radicale e finito dentro l'inchiesta "Mafia capitale".


Numerosi e gravi i reati contestati innanzitutto l’associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, reati contro la persona, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi, illecita concorrenza con violenza e minacce, commessi con l'aggravante delle modalità mafiose. I carabinieri hanno così disarticolato un'organizzazione di matrice camorristica operante nella zona sud-est di Roma. arresti e perquisizioni sono ancora in corso e riguardano Roma e provincia, Frosinone, Viterbo, L'Aquila, Perugia, Ascoli Piceno, Napoli, Caserta, Benevento, Avellino, Bari, Reggio Calabria, Catania e Nuoro.


Sequestrati beni per un valore di circa 10 milioni di euro che comprendono numerosi esercizi commerciali e società romane, beni immobili, rapporti finanziari e veicoli. Il nome dell'operazione è ispirato al bar il Tulipano di via del Boschetto a Roma, uno dei locali di Monti amati dal presidente Giorgio Napolitano che lì andava a prendere il caffè con la moglie. Lo stesso bar scelto dalla Federazione criminale Senese-Pagnozzi come il quartier generale delle operazioni illecite. A gestirlo era Simona Paola Colagrande, parente di Massimiliano Colagrande, arrestato con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Colagrande è accusato di essere il gestore, insieme al gruppo criminale, del traffico di stupefacenti a Roma. Un business milionario, descritto anche dal pentito Grilli, il narcotrafficante arrestato il 26 settembre del 2011 a bordo del suo yacht Kololo II con 500 chili di cocaina. Colagrande gestiva sotto falso nome un negozio di gioielli e orologi di lusso in via Barberini, nel quale confluivano e venivano ripuliti i proventi illeciti del traffico di stupefacenti.

Dominus nascosto del gruppo criminale è Michele Senese, considerato da molti collaboratori di giustizia l'altro vero capo di Roma insieme a Massimo Carminati. Estorsioni, traffico internazionale di stupefacenti, ricatti, minacce: un padrone assoluto che impone la sua legge sotto l'egida del piombo. E al suo fianco i "napoletani di Cinecittà", partiti da Roma Est per conquistare la Capitale. Un obiettivo raggiunto perché il gruppo esercitava il controllo quasi ovunque, da Tor Bella Monaca a Ponte Milvio e, oltre alle attività più tradizionali delle organizzazioni mafiose, si era infiltrato nel ventre malato dell'imprenditoria romana.

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Commenti: 2
  • #1

    un'amico (sabato, 21 febbraio 2015 19:50)

    c'è un'altro collaboratore di giustizia che e di Frosinone un commercialista che R.L.e un'altro via del cipresso D.C.

  • #2

    Lesli Cowgill (domenica, 22 gennaio 2017 11:43)


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