Rapina alla Energas di Supino. In Manette anche il Basista

Armati di pistola, volto travisato da passamontagna.

 

Arrivano poco prima delle ore 08.00, presso la sede “Energas” lungo la via Morolense di Supino.

 

Immobilizzano dapprima il custode a piano terra dopodiché uno di loro raggiunge l’ufficio cassa al primo piano dove, dopo aver costretto un’impiegata ad aprire la cassaforte sotto minaccia dell’arma, si impossessavano di circa 90 mila euro.

 

Prima di darsi alla fuga, rinchiudono le quattro persone presenti nell’antibagno del piano terra.  successivamente i malviventi proseguono la loro fuga con l’autovettura che inizialmente sembrava essere stata sottratta ad uno dei dipendenti presenti in azienda poi abbandonata in località 4 strade di Patrica. In realtà l’auto era si di un dipendente ma in questo caso del basista della rapina.

 

Lo hanno capito subito i carabinieri. L’analisi delle modalità esecutive, il giorno della rapina, sabato quando gli uffici erano ancora chiusi al pubblico, il furto della vettura sottratta ad un dipendente occasionalmente presente. tutto faceva pensare al basista, ossia un uomo che all’interno aveva  agevolato i rapinatori che sono infatti intervenuti al momento opportuno, quando nelle case vi era un cifra rilevante: 90 mila euro.

 

I carabinieri hanno visionato ore e ore di registrazione non solo delle telecamere della Energas ma anche di tute le altre aziende ed attività nei paraggi. I campioni biologici dei reperti in sequestro, sul luogo del reato e sul mezzo utilizzato per la fuga. Alla fine, ieri 13 aprile sono scattate le manette nei confronti M.C. di anni 49 collaboratore Energas, M.E. di anni 35, M.V. di anni 39, G.P. di anni 33 e D.G.S. di anni 23, gravitanti nelle zone di Napoli, Formia, Fondi e Itri, tutti responsabili in concorso tra loro di rapina aggravata e sequestro di persona.

I Carabinieri spiegano come sono arrivati ai rapinatori

Da sinistra seduti: il luogotenente Pizzotti, il Colonnello Tuccio, il Maggiore Ciabocco, il Maresciallo De Santis
Da sinistra seduti: il luogotenente Pizzotti, il Colonnello Tuccio, il Maggiore Ciabocco, il Maresciallo De Santis

Come avete fatto a capire che all’interno vi era un basista?

 

“È apparso da subito anomalo il comportamento di M.C. il quale dopo essersi recato in azienda, con la scusa di un caffè alla macchinetta ne controllava la presenza e l’ubicazione, specie dell’impiegata dell’ufficio cassa, poi per fumarsi una sigaretta usciva fuori dove rimaneva alcuni minuti durante i quali usava freneticamente il cellulare.

 

Poi decideva di rientrare lasciando il cancello aperto, dal quale pochi secondi dopo facevano accesso i suoi due complici, i quali come se  lo aspettassero passavano dal cancello pedonale lasciato socchiuso (vedi foto sotto) .

I due rapinatori entrano pochi secondi dopo che era rientrato il basista il quale aveva lasciato aperto il cancello
I due rapinatori entrano pochi secondi dopo che era rientrato il basista il quale aveva lasciato aperto il cancello

Per dissimulare il suo coinvolgimento M.C. si prodigava per aiutare le colleghe, facendosi addirittura colpire in testa”.

 

I rapinatori quindi sapevano già dove andare? “La rapina era stata così ben pianificata che i due esecutori in pochi secondi dall’ingresso raggiungevano l’ufficio cassa e dopo averlo ripulito, come se conoscessero perfettamente la dislocazione dei locali, chiudevano i quattro presenti nel bagno al pian terreno. Altro anomalo comportamento è risultato quello di D.G.S. che ormai in uscita dall’azienda decideva di rientrare per nascondere la radio del custode che avevano dimenticato di togliere dalla scrivania. Infine dall’analisi delle immagini dell’azienda è apparso strano il fatto che i due rapinatori, lasciati dalla loro autista M.V., in uscita non trovavano nessuno ad attenderli, ma con estrema naturalezza aprivano e accendevano l’auto del basista, con cui scappavano”.

 

Lo studio delle video-registrazioni delle numerose aziende in zona ha permesso agli investigatori di ricostruire tutti gli spostamenti dei malviventi:

che giungevano in zona già intorno alle 07.00, con tre autovetture la Ford Fiesta del basista, la Peugeot 107 condotta dalla donna, con cui raggiungevano l’azienda, e una Mercedes Classe A, condotta da G.P., come auto d’appoggio durante la rapina e poi utilizzata per allontanarsi dalla

zona dopo aver abbandonato la Fiesta; che facendo finta di non conoscersi si incontravano in una bar poco distante dove scambiavano due battute, probabilmente per limare gli ultimi dettagli del piano; che più volte con le auto passavano intorno all’azienda in attesa del segnale del basista.

 

Fondamentali sono anche state le intercettazioni telefoniche. Una volta scoperti i nomi dei rapinatori i carabinieri, utilizzando tecniche particolari, li hanno indotti a parlare tra loro della rapina Alla fine gli arrestati sono stati, gli uomini associati alla casa circondariale di Frosinone, mentre la donna è stata ristretta nella sezione femminile di Roma-Rebibbia.

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Commenti: 3
  • #1

    lode (giovedì, 14 aprile 2016 16:05)

    pezzo di merda..non solo ti danno da mangiare...non contento lo rapini anche!dovrebbero buttare le chiavi per i pezzenti come a te!

  • #2

    decima (giovedì, 14 aprile 2016 20:26)

    Onore all'Arma

  • #3

    . (venerdì, 15 aprile 2016 13:42)

    W GL'ALPINI