Premiate le Medaglie d’Oro

Con una cerimonia sobria e molto partecipata sono stati premiati i tre atleti che qualche mese fa hanno compiuto un’impresa sportiva eccezionale.

 

Sono i tre atleti che hanno vinto la medaglia d’oro in Austria nella disciplina di discesa fluviale sprint e la medaglia di bronzo nella discesa classica di canoa.

Uno sport durissimo e per il quale le squadre centro-europee hanno sempre detenuto uno storico monopolio.

 

La vittoria ha ancora più valore perché i tre ragazzi rappresentavano un po’ tutta l’Italia: un ciociaro Gabriele Esposito, un veneto Andrea Bernardi e un emiliano Francesco Ciotoli.

 

Alla cerimonia che si è svolta sabato 24 settembre presso l’auditorium di S.Giorgio a Liri hanno preso parte: il presidente dello storico Canoa club S.Giorgio a Liri Pino Terrezza, che ha anche fatto gli onori di casa, il sindaco Modesto Della Rosa, il presidente della federazione nazionale canoa-kayak Luciano Buonfiglio (che è anche vice presidente nazionale del CONI), il presidente regionale Gennaro Cirillo, Lucio Migliorelli in rappresentanza dell’assessore regionale Mauro Buschini e il delegato provinciale del CONI Massimo Mignardi. Il presidente nazionale della FICK Buonfiglio, nel suo intervento, oltre ad esaltare il valore sportivo dell’impresa, ha avuto parole di grande apprezzamento per il club di S.Giorgio a liri e per la dedizione del suo presidente, vero incubatore di giovani talenti.

 

Ma, non ha fatto mancare la sua opinione a proposito della mancata candidatura di Roma alle olimpiadi del 2024 :” è un danno evidente per tutto lo sport italiano. Non siamo nemmeno entrati in gara. Le olimpiadi sono il sogno, l’obiettivo di ogni atleta. Tutta una vita sportiva di allenamenti buttata all’aria e stiamo parlando di 49 federazioni sportive che organizzano all’incirca 10 milioni di atleti di ogni categoria e di ogni età. Un danno incalcolabile”.

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Commenti: 1
  • #1

    Ahah (lunedì, 26 settembre 2016 19:45)

    Omaggio ai tre atleti ed un particolare plauso va ovviamente al ciociaro Gabriele Esposito.
    Mah, non condivido affatto l'opinione del signor presidente Buonfiglio.
    Altro che "danno evidente per tutto lo sport italiano..."
    Considerando che stiamo ancora pagando le conseguenze sia economiche, che strutturali, nonché urbane dei mutui accesi per il mondiale di Italia 90, e dei conseguenti ecomostri eretti e poi in parte abbattuti, altri rimasti inutilizzati sui quali ci sono ancora spese attive di gestione incalcolabili, vedi portieri, guardie, locazioni di affitto, assicurazioni e altro ancora, personalmente credo che questa nostra non partecipazione alle olimpiadi sia la degna scelta di un ente che ha ben capito che in questo paese bisognerebbe pensare a cosa ben più serie verso le quali le olimpiadi diventano delle emerite "INUTILI CAZZATE."

    Il presidente Buonfiglio, egoisticamente parlando, tirando aria al proprio mulino può dire tutte le "stronzate" che vuole, mi sembra che qui ci sia bisogno di pensare a cose ben più importanti che erigere nuovi ecomostri ed indebitarci ancora di più.
    C'è gente che muore di fame. Ma chi la sente?

    Alcuni riferimenti presi da wikispesa delle drammatiche conseguenze di Italia 90:

    La stazione ferroviaria romana di Farneto, costruita in via dei Monti della Farnesina a Roma, venne invece terminata, ma utilizzata solo quattro giorni, per il transito di 12 convogli. Chiusa a ottobre dello stesso 1990, è costata 15 miliardi di lire. Dall'aprile del 2008 è occupata dell'associazione Casapound.
    Lo spreco di risorse in opere pubbliche non ha riguardato solo gli stadi ma anche altre infrastrutture collegate, come i maxi parcheggi di Palermo aperti a mondiale terminato e sotto-utilizzati, e opere funzionali alla mobilità e turistiche, come il caso dell'imponente hotel a Ponte Lambro, Milano, iniziato e mai terminato, ecomostro demolito nel 2002, costato 10 miliardi di lire.
    Dall'aspetto futuristico, lo stadio venne realizzato appositamente per i mondiali del '90 e venne progettato da Renzo Piano, il quale ribattezzò la struttura "Astronave" per via della forma avveniristica che ricorda quella delle astronavi dei film. La copertura in Teflon dell'impianto ha provocato numerosi problemi a causa della scarsa resistenza agli agenti atmosferici in particolare al vento che l'ha sradicata. Anche i costi di manutenzione richiedono un'elevata spesa.
    Venne speso l'85 % in più rispetto al budget preventivato, giustificato dagli organizzatori come conseguenza della ristrettezza dei tempi per completare i lavori entro le scadenze, condizione che avrebbe anche impedito di indire gare d'appalto per l'affidamento dei lavori. Così si verificarono sovrapprezzi conseguenti a fenomeni di speculazione edilizia.
    Ancora a Roma venne costruito l'Air Terminal Ostiense (costo 350 miliardi lire, 180 milioni di euro) , progettato come snodo che avrebbe fornito alla città anche dopo i mondiali un'infrastruttura importante per collegare la città all'aeroporto di Fiumicino; tuttavia rimase in funzione solo alcune settimane e chiuso definitivamente nel 2003 a causa della scomodità per raggiungere lo scalo Leonardo Da Vinci rispetto alla Stazione Termini.

    Nel 2012 è stato recuperato dalla fatiscenza dall'imprenditore Oscar Farinetti per la realizzazione di uno store della catena di cibi di qualità “Eataly” e successivamente utilizzato anche come stazione di partenza dei treni veloci del Consorzio Italo.
    Nel bilancio di previsione di Palazzo Chigi del 2014 risulta ancora una voce che fa riferimento ai mutui accesi con una legge 65 del 1987 per costruire gli stadi del Mondiale Italia '90.

    Il conto è di 61 milioni e 200 mila euro, pagati anche nel 2013 e nel 2012, nel 2011 erano 55 milioni e 60 nel 2010.

    Non è escluso che con analogo riferimento non diretto alle opere Italia 90' vi siano ulteriori residui di mutui accessi proprio in occasione dell'organizzazione dei mondiali del '90.

    Considero la nostra non candidatura come un risparmio ed una notizia confortante per chi avrà la possibilità di amministrare meglio il denaro pubblico.