Arrestato Latitante

C’è voluto un Mandato di Arresto Europeo. Alla fine però è stato assicurato alla giustizia il 38enne albanese sfuggito alla cattura nell’ambito dell’operazione “Olandese Volante”.

 

Il pluripregiudicato straniero, difatti, aveva trovato rifugio in Belgio presso suoi connazionali, ma il mandato richiesto dalla D.D.A. di Napoli non gli ha dato scampo e le autorità belghe, dopo averlo arrestato, lo hanno consegnato alla giustizia italiana. Ad attenderlo all’aeroporto di Fiumicino, insieme agli agenti della Polaria e dell’Interpol, vi erano gli investigatori della Squadra Mobile di Frosinone, che avevano condotto le indagini che hanno portato alla sua cattura.

 

L’operazione Olandese Volante. Le prime misure furono eseguite nel febbraio scorso, quando già 10 dei sodali erano stati assicurati alla giustizia. Lo straniero però si era reso irreperibile, facilitato anche dal ruolo criminale ricoperto in seno all’organizzazione; l’uomo, difatti, operava in Olanda, avendo il compito di gestire i rapporti con i trafficanti olandesi che provvedevano ad inviare in Italia le ingenti partite di droga che poi venivano immesse nelle piazze di spaccio partenopee e del basso Lazio. Già durante le indagini l’albanese, segnalato alla polizia olandese dagli investigatori della Squadra Mobile di Frosinone, era stato arrestato nei pressi della città de L’Aia, perché sorpreso a curare un’enorme piantagione di marijuana, pronta per la raccolta e l’immissione nel mercato dello spaccio.

 

Il provvedimento eseguito ieri è il penultimo dei 15 emessi dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, a conclusione di un’indagine durata due anni, condotta dalla Squadra Mobile di Frosinone, nei confronti degli appartenenti ad un’associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, che nel corso degli anni si erano resi responsabili di molti episodi di importazione di rilevanti quantitativi di cocaina, hashish e marjuana, provenienti dall’Olanda e dalla Spagna.

 

A mancare all’appello è il secondo dei fratelli di origine campana, che nel loro ristorante, aperto nella città olandese di Den Haag, avevano allestito la base di stoccaggio dei quantitativi di droga che inviavano ai loro complici in Italia.

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