Condannato!

È stato condannato a risarcire la protezione civile di 208 mila euro.

 

Sono i soldi spesi durante l’emergenza profughi nel 2011. Lui è Antonio Salvati presidente dell’unione dei comuni.

 

Insieme a Salvati, ed in solido, è stato condannato a pagare anche Giovanni Federici responsabile del servizio affari generali. La sentenza è della Corte dei Conti che ha esaminato tutte le spese.

 

Secondo i giudici l’unione dei comuni non aveva strutture per ospitare i profughi. Quindi avrebbe dovuto rinunciare all’incarico o effettuare una gara d’appalto. Invece non si è seguita nessuna delle due strade ma si è proceduto ad affidare i lavori ad una cooperativa sociale.

 

Tra l’altro, sempre secondo i giudici della Corte, l’incarico è stato affidato senza verificare prima se la “cooperativa disponesse almeno delle strutture e dei mezzi per realizzare il progetto”. Tant’è che la stessa cooperativa si è servita di un’altra società.

 

Ma c’è di più. I profughi non avrebbero ricevuto l’accoglienza dovuta, spesso ammucchiati in poche stanze, mentre le spese sarebbero state alterate e gonfiate. In pratica il prezzo concordato per pensione completa di un profugo era pari a 30 euro al giorno e non quello più elevato indicato nella fatturazione. Che fine hanno fatto quei soldi? Non c’è traccia in alcun documento contabile. Di qui la sentenza a risarcire oltre 200 mila euro.

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Commenti: 10
  • #1

    che schifo! (mercoledì, 23 novembre 2016 13:37)

    "I profughi non avrebbero ricevuto l’accoglienza dovuta, spesso ammucchiati in poche stanze".
    ...
    Ecco, questo è uno stronzo che prenderei volentieri a calci nel culo e poi chiuderei lui ed i suoi familiari in poche stanze.

  • #2

    wow (mercoledì, 23 novembre 2016 13:53)

    30 euro al giorno, e in Ciociaria c'è gente nostra che vive con molto meno, che schifo

  • #3

    che schifo! (mercoledì, 23 novembre 2016 14:36)

    I profughi, in larga parte almeno, a loro volta sono solo delle vittime di un sistema spietato.
    Le bestie più bestie sono proprio quelle persone, come questa faccia di culo, che lucrano e s'arricchiscono sulle sofferenze di poveri cristi.

  • #4

    un nazista (mercoledì, 23 novembre 2016 15:53)

    bruciatelo vivo.

  • #5

    basta chiamarli profughi (mercoledì, 23 novembre 2016 21:32)

    sono clandestini, invasori

  • #6

    Asclepio (giovedì, 24 novembre 2016 04:04)

    É solo un tassello di un sistema malato che specula sulle disgrazie altrui. I migranti sono un affare per tutti. Le cooperative la fanno da padrone e vengono costituite ad hoc per la gestione di queste persone ( Buzzi in mafia capitale docet). Con Gheddafi si aveva il controllo delle coste libiche mentre ad oggi pur avendo la Libia un governo riconosciuto dall' Onu questo non avviene. Chi crede che quello dei migranti sia un nostro problema prioritario é in malafede e miope.

  • #7

    eravamo ... (giovedì, 24 novembre 2016 09:30)

    invasori e clandestini pure noi (italiani ed europei in genere) quando abbiamo occupato militarmente i loro paesi (senza esser stati "invitati") nei secoli scorsi?
    Oppure, come a qualche anima candida piace credere, eravamo andati nei "loro" paesi a ... portare la democrazia?
    Che sarebbe come credere a Babbo Natale?

  • #8

    schifata (giovedì, 24 novembre 2016 13:11)

    Bene , controllate tutti questi nostri "rappresentanti" in tutte le loro attività?????
    Ne vedremo di belle????? Soldiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii anche sulle vite umane!Aiutoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo???????
    Bravo il 7...... giusto!

  • #9

    ChilAvrebbemaidetto (giovedì, 24 novembre 2016 21:46)

    Sbaglio o è ancora sindaco?altro
    Che risarcimento,in galera!!!!

  • #10

    ciociaro semplice (giovedì, 01 dicembre 2016 13:18)

    correggo il commento 10,ti sbagli, perchè oltre a essere presidente dell'Unione dei Comuni e Sindaco di un paese vicino Ceprano è anche segretario Comunale di un comune o più Comuni, sempre della provincia di frosinone. l'italia non è che non si può salvare, non si deve salvare.