La consulta del sindaci boccia l'atto aziendale e lo rispedisce al mittente

I sindaci. "Atto ingiusto e sbilanciato"

Frosinone. I sindaci presenti all’incontro con il commissario Suppa bocciano il piano e lo rimandano al mittente. Da una parte il generale Suppa che chiede ai sindaci di votare favorevolmente l’atto aziendale affidato dice  “a competenze tecniche esistenti all’interno della Asl che lo hanno redatto”, dall’altro i primi cittadini che difendono i propri ospedali, le proprie specificità sanitarie. All’unanimità si considera questo piano proposto dalla Asl come un qualcosa calato dall’alto che gonfia gli uffici amministrativi a scapito degli ospedali e delle esigenze dei cittadini. L’atto è stato respinto “in toto” in quanto ritenuto ancora una vera e propria “offesa al diritto dei cittadini di essere assistiti.”

Dal nord al sud della ciociaria il dissenso è unanime. Il direttore Suppa ha fatto riferimento alla lettera che gli è stata inviata dalla Regione, nella persona del presidente Zingaretti nella quale si legge: “L’Atto è stato redatto in forma sincronica con le normative regionali, (..) necessario superare gli interessi campanilistici, (..)consideriamo opportuna l’apertura di un tavolo con i primi cittadini per ascoltare le esigenze di ciascun territorio come arricchimento.”

Viene dal sindaco di Veroli però la proposta di bocciare l’atto aziendale, riunire i sindaci e vagliare le singole e specifiche proposte per puntare i piedi sull’aumento dei posti letto a Frosinone. “Altrimenti stiamo perdendo tempo – dice Michele Notaro sindaco di Pontecorvo - Bisogna rivederle queste macro aree, bisogna passare dai proclami ai fatti perché questo territorio continua a pagare troppo e Roma e supera la media dei posti letto”. La parola rinvio è quella che suggerisce anche il sindaco di Sora per integrare quell’atto delle specifiche richieste territoriali.

Unanime anche Cassino rappresentata oggi in assemblea dall’assessore Stefania Di Russo che è anche medico: “prima di stendere l’atto la prossima volta bisogna parlare con il territorio. Bisogna raccordarsi con la politica”.

“Questo piano è nato male, è parziale, ingiusto” Dice invece il sindaco di Alatri che aggiunge: “Bisogna fare un atto aziendale con la partecipazione dei singoli rappresentanti del territorio, tecnici in grado di valutare con equità e competenza cosa è giusto per tutti. Perché questo è un piano che ha la scadenza a dieci anni, si è creata una casta e questo non è accettabile”.

I sindaci chiedono di rivedere le macroaree perchè significherebbe aumentare i posti letto e creare delle specializzazioni mediche nei territori


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