"Nel cinema esprimo più di quello che potrei dire a parole."

Timido, pacato e disarmante per l' umiltà che traspare dai modi educati, Mauro Villani è un regista gentiluomo. Dice di non mettere se stesso nei cortometraggi, lascia che le storie siano un qualcosa di diverso da lui, ma guardando "l'Appartamento di Giulia", cortometraggio presentato quest'anno a Cannes,  traspare il filo sottile della sua sensibilità artistica. L'animo romantico dell' uomo prima che regista alla ricerca di un finale alternativo per le storie tristi e drammatiche di cui spesso è tessuta la cronaca quotidiana. Nell'appartamento di Giulia, la protagonista, una ceramista, comunica con i suoi occhi il dolore per una storia d'amore con un uomo sbagliato perchè violento. Un uomo che, dietro l'apparenza borghese di bravo ragazzo, dalla famiglia stimata, nasconde un animo tormentato, possessivo e dall'atteggiamento "stolker". Se tuttavia nella realtà il finale è tragico, nel cortometraggio di Villani esiste una via d'uscita non scontata ne banale ma semplicemente disarmante cosi come la sensazione che si ha incontrando Villani per la prima volta.

L'intervista integrale su redpoppies

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