Multiservizi, storia di ordinaria (dis)amministrazione

Dietro le vicende di cui ci occupiamo giornalmente ci sono le storie, c'è l'umanità che ognuno di noi, ogni lavoratore si porta dietro. I lavoratori della Multiservizi a Frosinone sono circa 150. 150 famiglie che da dicembre non avranno più neppure quelle 750 euro al mese. Ognuno però ha una storia a se da raccontare, per questo oggi non vi parliamo di una società che va verso la chiusura, o di un'amministrazione, quella comunale, che non sa trovare soluzioni. Oggi vi parliamo di quell'umanità che sta dentro alle notizie di cronaca. Anzi oggi facciamo parlare proprio loro.

Ed è passata già una settimana da quando i lavoratori della Frosinone Multiservizi hanno occupato il Consiglio Comunale di Frosinone, stanchi di una situazione stagnante che si ripete da 16 anni e che adesso rischia di riportare tutto al punto di partenza: la disoccupazione.

Martedì sera, in fretta e furia, la Regione, evidentemente sollecitata dal Comune di Frosinone, convocava per mercoledì i due enti Alatri e Frosinone e tutte le parti sociali, il consigliere regionale Scalia e la Prefettura (che però non si presenterà).

All’incontro si materializzava l’assessora Zezza con stupore delle parte sociali che la inseguivano inutilmente da almeno 8 mesi. Il Comune di Frosinone era rappresentato dal Sindaco e dal delegato Piacentini.

L’Assessora introduceva la riunione con un discorso che lasciava parti sociali e lavoratori perplessi: sembrava stesse anticipando la proposta ancora nel cassetto del Comune di Frosinone per dividere i servizi della società e affidarli singolarmente ad altri soggetti (leggi cooperative), sullo sfondo di una crisi occupazionale che non può più fare “assistenzialismo ai lavoratori”!?!

Si può supporre infatti, oramai a ragion veduta, che l’intenzione del Comune di Frosinone, e anche del Comune di Alatri, alla faccia dei differenti colori politici, è quello di spezzettare tutti i servizi della Società e destinarli con affidamento diretto con appalti al di sotto di €.200.000,00 a società di comodo. Di più. I lavoratori della Frosinone Multiservizi potrebbero rappresentare il “cavallo di Troia” per consentire a singole società di mettere le mani suoi servizi.

Le parti sociali, mai forse così unite e agguerrite, respingevano subito al mittente la proposta, risottolinenando i paletti oltre i quali non si accettava altro: soluzioni collettive e che abbiano rapporto diretto con il pubblico senza società private intermedie. A loro sostegno, spiegavano, vi erano molti fattori a cominciare dal fatto che un percorso di ridefinizione dei servizi e dei contratti era già stato avviato con la proposta della nuova società Servizi Strumentali, che avrebbe consentito un piano industriale di contenimento dei costi ma di salvaguardia dell’occupazione e di parte del reddito. Servizi Strumentali sarebbe giustificata anche dal punto di vista giuridico nonostante gli strali delle Amministrazioni che la davano per morta dopo gli interventi legislativi di quest’estate.

Lo stanziamento previsto oggi nei bilanci degli enti è comunque insufficiente a garantire una ricollocazione senza esuberi anche nella Servizi Strumentali. Figuriamoci se dovessero essere appaltati servizi a più società diverse con utili d’impresa, personale amministrativo e quant’altro moltiplicato per quante saranno le singole società: vedi Amministrazione Provinciale. Inoltre i “privati” non offrono alcuna garanzia contrattuale inerente il reddito, le attività e la continuità del lavoro.

Il Sindaco di Frosinone, respinto da un coro di no, soprassedeva, impegnandosi a presentare più approfonditamente le proprie proposte e, stretto all’angolo, provava a rilanciare la soluzione di rimessa in bonis della “Frosinone Multiservizi”: “comprendiamo quanti sono i debiti e i crediti e proviamo a chiedere alla Regione un intervento economico per la quota parte (49%) come socio”.

Alla regione si drizzavano i capelli ma non escludevano una possibile valutazione dell’ipotesi in caso di perdite accertate contenute e sufficienti rassicurazioni che in futuro i debiti non si ripetano.

La Regione ulteriormente bacchettava Alatri per non aver consentito la proroga dei servizi, ribadendo che prioritariamente va perseguito l’interesse dei lavoratori piuttosto che interpretazioni restrittive di norme molto aleatorie.

Giovedì mattina si riuniva l’assemblea dei soci della Frosinone Multiservizi. Nuovo colpo di scena. L’Amministrazione Provinciale, che non si presentava in assemblea da tempo immemore, si materializzava con un avvocato che formalmente chiedeva di mettere all’ordine del giorno della prossima assemblea le responsabilità della vicenda della mobilità e dei licenziamenti degli 84 lavoratori che stanno vincendo le cause contro l’azienda. Tradotto: se il giorno prima si era paventata l’ipotesi di recupero della Frosinone Multiservizi, la Provincia ripicconava questo percorso rendendolo ancora più impervio. Insomma “sfasciamo tutto”.

Nel pomeriggio una folta e acchittata delegazione composta dalla maggioranza e dalla minoranza del Comune di Frosinone, oltre che due dirigenti, si presentava al cospetto di due magistrati della Corte dei Conti per definire la situazione anche alla luce del tragitto intrapreso con la Servizi Strumentali.

Ottaviani, Calicchia, Parlanti e nottetempo Scalia si presentavano al presidio occupato dei lavoratori e raccontavano l’incontro. La Corte dei Conti è stata molto più possibilista di quanto si credesse per il passaggio dei lavoratori verso soluzioni collettive e pubbliche: la difesa dei lavoratori e della loro vicenda lavorativa deve essere l’asse portante per qualsiasi decisione.

La Servizi Strumentali per andare avanti deve definire meglio il proprio oggetto e i servizi, all’interno di un bilancio che non ricrei debiti; il passaggio dei lavoratori non necessiterebbe di alcuna altra selezione; la proroga dei servizi non può, ma deve essere fatta consentendo ai lavoratori di respirare. Questo in sintesi quello che avrebbe detto la Corte dei Conti.

Ovviamente la Corte non darà alcun parere, attende le carte dell’ente per scrivere meramente un “consiglio”. Speriamo che queste carte siano composte per trovare una soluzione collettiva e pubblica

Sembra comunque che gli elementi per seguire la strada della Servizi Strumentali sarebbero sufficienti e rassicuranti. Ma il Sindaco vuole attendere questa ulteriore pronuncia prevista per la prossima settimana. Non recede dal suo progetto. I lavoratori intanto non recedono dall’occupazione.

 

(da comitatolottafr)

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