"Non siamo gli operai della scuola"

"Non siamo gli operai della scuola, ma insegnanti che vogliono rivendicare il diritto allo studio e alla qualità dell'insegnamento".

Questo il grido di protesta salito dall'aula numero 25 del liceo scientifico Severi di Frosinone. Qui oggi pomeriggio si è riunito il coordinamento spontaneo composto da studenti e docenti, questi ultimi di ogni ordine e grado. Al loro fianco anche alcuni rappresentanti sindacali del settore scuola. E' stato deciso di bloccare tutte le attività extracurriculari. Quelle attività che in genere il personale docente è chiamato a svolgere come supporto al sistema scuola e per le quali vengono percepite dal docente 25 euro lorde se si stratta di mansioni burocratiche, e 15 euro lorde per le attività extra che coinvolgono gli studenti. Queste attività extracurriculari vengono gestite con un fondo scolastico. Un fondo che attualmente non è stato  versato nelle casse degli istituti per mancanza di liquidità da parte del governo centrale. Il coordinamento,  nato a margine della manifestazione pacifica inscenata sotto la sede dell'ex provveditorato agli studi di Frosinone la scorsa settimana, ha espresso un verdetto: "continuare la protesta con il blocco delle attività per tenere alta l'attenzione sulla crisi del sistema scuola per tutto l'anno". Nell'aula 25 oggi si è vissuto oggi un "momento storico per la scuola della provincia di Frosinone". Questo quanto dichiarato dalla Flc Cgil. Il motivo sta nel fatto che si sono alternate proposto di studenti e docenti uniti dall'obiettivo comune di difendere i diritti lesi della scuola pubblica. Non si è parlato solo di tagli a livello economico ma di quello che si sta perdendo in termini di sostanza, di qualità, di opportunità. Dall'assemblea scaturirà un documento congiunto che sarà divulgato a tutti gli istituti della provincia per rendere corale l'azione di protesta. Come se ciò non bastasse si è anche elencato un insieme di iniziative da intraprendere per portare in piazza una protesta diversa rispetto a quello cui l'opinione pubblica è abituata. Si è parlato di lezioni da svolgere in piazza la domenica di modo tale da non bloccare l'attività scolastica e non ledere i diritti dello studente contravvenendo agli obblighi contrattuali di ciascun docente con lo stato. Si è parlato anche di bloccare il mondo dell'editoria e del turismo alimentato dalla scuola. In che modo? bocciando le gite scolastiche e l'adozione di libri di testo diversi dall'anno precedente. Azioni forti che se intraprese fino in fondo possono veramente nuocere ad un mercato che nella scuola trova un giro di affari non indifferente. Azioni di protesta che se messe in atto farebbero uscire dall'anonimato il mondo scuola troppo spesso relegato ai margini dell'informazione.

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