Decreto province, il senato rinuncia alla conversione in legge

E' ufficiale: il decreto legge sul riordino delle province non verrà convertito. I Senatori della Commissione Affari Costituzionali del Senato hanno deciso di rinunciare al decreto. Questa risoluzione è giunta in nottata dopo una riunione alla quale hanno preso parte anche il Ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, e il titolare dei Rapporti con in Parlamento Piero Giarda. Questa mattina si svolge a Palazzo Madama una riunione dei capigruppo per studiare eventuali soluzioni, ma ormai le speranze che il testo completi il suo iter sono praticamente nulle. E' possibile però che le disposizioni sulle province previste dal decreto Salva Italia e dalla spending review possano essere racchiuse in una norma da inserire nella legge di stabilità. Nel caso contrario resta il punto interrogativo su questa importante questione che potrebbe costare il "caos istituzionale", come paventato in uno studio del Dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione Pubblica. Il mancato via libera al Dl sul riordino delle Province potrebbe mandare in tilt la gestione dei rifiuti, la manutenzione di scuole e strade e la tutela idrogeologica e ambientale. Il rischio è che non si sappia chi abbia la competenza su cosa. Inoltre, secondo lo studio, vi sarebbero anche pesanti conseguenze economiche perché salterebbero importanti risparmi (stimati nella spending review dai 300 ai 500 milioni l'anno, a regime) oltre che l'avvio delle città metropolitane e l'approvazione della riforma che riduce le 107 Province italiane.

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