Monti: non mi schiero con nessuno

“<<Siamo fuori dal baratro>> in cui ci siamo trovati un anno fa. E lo abbiamo fatto senza far ricorso al fondo monetario o agli aiuti della Bce. Ora però c’è bisogno di continuare con la politica iniziata da questo governo".

Così Mario Monti nella conferenza stampa in cui ha ribadito che non si candiderà con nessuno. Tuttavia ha spiegato che il prossimo governo dovrà avere una larga maggioranza per poter fare quelle riforme necessarie per passare dall’emergenza alla crescita.

Di qui anche la stesura di un’agenda Monti che a breve potrà essere letta su internet. Insomma l’ex premier per ora non si candida con nessuno ma sarà a disposizione di tutti coloro che si riconosceranno in quei dettami.

Di certo un’alleanza con Berlusconi e con il pdl è da escludere. Innanzitutto perché è stato proprio il Pdl a volere la caduta del governo Monti.Sono pesate tantissimo le parole del segretario Alfano “Abbiamo voluto la nascita di questo governo perché le cose andassero meglio ed invece vanno peggio”. Si è trattato per Monti di una sostanziale sfiducia e per questo “Non abbiamo voluto continuare un giorno di più”. Ancora più grave l’accusa che il governo abbia avuto la “cedevolezza” nei confronti di una parte del parlamento. Inoltre Monti riferendosi a Berlusconi ha detto “faccio fatica a seguire la linearità del suo pensiero” “ieri il cavaliere ha detto che il bilancio del mio governo è stato un disastro, il giorno prima ha fatto apprezzamenti lusinghieri nei miei riguardi e qualche giorno prima ancora voleva che io fossi il leader dei moderati”. Insomma se Monti scenderà in campo o meno non è dato sapere ma di certo non sarà con Berlusconi. “C’è bisogno di cambiare l’Italia, e riformare l’Europa non di distruggere quello che si è fatto in questi anni: promettere di togliere l’Imu o ridurre le tasse è pericoloso. Se si facesse così l’anno dopo l’Imu dovrebbe aumentare del doppio”.

Anche sullo spread la bacchettata a Berlusconi è stata evidente: “se oggi lo spread è alla metà dello scorso anno non è dovuto ai comportamenti europei o agli aiuti della Bce. La banca europea già un anno fa aveva acquistato titoli italiani ma lo spread non era sceso”. Oggi si e si vede anche da come è cambiata la differenza tra lo spread italiano e quello spagnolo.

“La crescita viene da una riforma politica forte, che non va a compiacere gruppi di interesse o che svende il futuro dei giovani per farsi eleggere”.

Bacchettata anche ai sindacati. C’è bisogno di un gioco sinergico tra imprese, sindacati e lavoratori. Il rifiuto del cambiamento non è sostenibile. Arroccarsi nella mera difesa dei lavoratori oggi non è possibile.

Una parte dei sindacati non evolve. Serve semplificazione normativa, flessibilità e sicurezza economica per i lavoratori. C’è bisogno di spostare il baricentro della contrattazione sulla produttività.

Insomma la riforma del lavoro è un problema importante che il prossimo governo dovrà affrontare. Cosi come la riforma della giustizia.

Altra bacchettata a Berlusconi: “c’è bisogno di leggi ad nationem non di leggi ad personam”. La riforma della giustizia però deve essere fatta e deve essere seria. Da rivedere il reato di falso in bilancio, la prescrizione nel voto di scambio, il conflitto d’interessi, i costi della politica.

Qui Monti fa mea Culpa: “Abbiamo portato a casa molto meno di quello che avremmo voluto”: la riforma delle province ed il costo della politica. L’indegno stato delle carceri deve impegnare il prossimo governo così come la riforma forense.

Monti ha poi evidenziato come per la crescita del popolo italiano sia necessario un salto di qualità nel modo in cui si considera la donna. “Una vera politica di pari opportunità genera un punto di Pil in più”. Bisogna anche uscire dalle vecchie logiche di destra, centro e sinistra: è importante un asse che abbia la volontà di riformare l’Europa. Monti conclude con la frase che avrebbe detto al presidente Napolitano nell’atto di dimettersi: “Missione Compiuta Presidente”

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