Frosinone. "Non siamo l’immondezzaio di Roma", la ciociaria si ribella alle disposizioni governative

Frosinone. Cesare Fardelli, Saf ed  il presidente della provincia Antonello Iannarilli
Frosinone. Cesare Fardelli, Saf ed il presidente della provincia Antonello Iannarilli

Piano rifiuti Clini. O la provincia di Frosinone si adegua o ci sarà il commissariamento degli enti che non ottempereranno al decreto del ministro Clini. Questo in sintesi il diktat contenuto nel decreto al quale la provincia di Frosinone vuole ribellarsi a tutti i costi. Quasi tutti i sindaci della Ciociaria si sono quindi riuniti oggi per contrastare l’arrivo dei rifiuti da Roma (arriverà il 28% dei rifiuti romani). Il presidente della provincia Antonello Iannarilli è più che mai perplesso: “ci hanno detto non vi preoccupate, una volta trattati i rifiuti torneranno a Roma. Ma sappiamo che non sarà così perché non c’è nessun atto legale che lo dice”. Inoltre il decreto Clini non stabilisce un termine per la fine dell’emergenza, quindi non si sa fino a quando ci sarà l’arrivo dei camion da Roma.

Il no della Saf. Il presidente della Saf, Fardelli fa affidamento ai sindaci affinché trovino loro la soluzione. Quel che è certo dice: "E' che La Saf non è in grado oggi di accogliere i rifiuti da Roma” Questo il suo laconico commento. (vedi intervista)

Grido d'allarme del sindaco di San Giovanni Incarico.. La situazione rifiuti è già in emergenza non può sopportare l’arrivo di altro materiale proveniente da altre province. Il grido d’allarme lo lancia anche il sindaco di San Giovanni Incarico il cui territorio è stretto tra il termovalorizzatore di Colfelice e la discarica di Roccasecca che si trovano entrambi a poche centinaia di metri. “Roma dopo aver ucciso la sanità della Ciociaria, e centinaia di imprese adesso ci trasforma nel suo immondezzaio. Nemmeno i romani trattavano così i popoli conquistati. Non siamo gli schiavi di Roma”. Da Antonio Salvati arriva anche un invito al presidente della provincia a restare in carica per portare avanti la battaglia perché altrimenti, dice, se si dovesse dimettere arriverebbe il commissario scelto dal governo e quindi non ci sarà più modo di bloccare l’arrivo dei rifiuti romani. (vedi intervista)

Soluzioni avanzate. Le strade che si possono percorrere sono diverse. Quella legale, un’opposizione al tribunale amministrativo contro il decreto del governo; Quella delle delibere comunali e provinciali, ed una manifestazione davanti ai cancelli di Colfelice per far capire che tutta la provincia di Frosinone è contraria a questa soluzione.

 


Alla fine della riunione è stato prodotto un documento nel quale si contesta la criticità del ciclo di rifiuti di Roma e si vogliono mantenere gli ambiti territoriali ottimali tarati sulle province. Si dice inoltre che il piano:

1)  è carente di uno studio sulle capacità degli attuali impianti;

2) non indica dove conferire i rifiuti una volta trattati;

3) non specifica i tempi dell'emergenza;

4) ha dati risalenti al 2010 e quindi vecchi;

5) non definisce la filiera del trattamento dei rifiuti;

6) non specifica a chi saranno attribuiti i costi;

7) non contiene uno studio sull'impatto socio-sanitario;

 

per cui i sindaci si dicono contrari al piano e, perchè non possa, una volta attuato, crearsi un emergenza rifiuti anche sulla provincia di Frosinone, chiedono al presidente della Saf di formalizzare le determinazioni. Chiedono inoltre un nuovo incontro con il commissario Sottile ed il ministro Clini.

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