Valle del Sacco declassata

Valle del Sacco. Il governo non vuole pagare i costi della bonifica.

Questa la spiegazione che si è data la Coldiretti Lazio in merito al decreto che declassa la valle del sacco da sito di bonifica di interesse nazionale a sito di interesse regionale.

In pratica con questo decreto dice il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, il governo fa dietro front in merito all’emergenza socio-economico-ambientale dichiarata nel 2005.

“In più di sette anni non è stato fatto molto in termini di azioni di rilancio per una porzione di territorio che, attraversando due province importanti e strategiche come quelle di Roma e Frosinone, rappresenta la storia e la migliore tradizione dell’ agricoltura laziale”.

Ad oggi accade, aggiungiamo noi, che quegli allevatori contano danni ingenti dal punto di vista dell’immagine e dei bilanci. Nessuna azienda vuole il latte della valle del sacco per la certificata presenza nel terreno di beta-esacloro-cicloesano. Un veleno invisibile e silenzioso sedimentato negli anni e trasmesso attraverso la catena alimentare anche ai residenti. Nonostante questo c’è chi sui quei terreni continua a far mangiare il proprio bestiame e chissà se la diffusione dei prodotti è stata veramente fermata. Nessuno vigila, tutto è lasciato al caso. Il flebile vento di contrarietà che si alza dalla Coldiretti ad ore di distanza dall’emanazione del decreto fa riflettere sull’incapacità di queste associazioni di incidere profondamente sulle sorti del settore agricolo. Dopo tutti questi anni in cui niente si è mosso anche le associazioni di categoria del territorio sono colpevoli. Declassare il sito è una decisione assurda commenta in un comunicato stampa il direttore regionale Aldo Mattia che addirittura rivolge un appello al nuovo Governo e a tutti gli eletti nella nostra regione di far quanto nelle proprie possibilità per scongiurare questa strategia miope, scellerata e cieca. I primi chiamati a tutelare gli agricoltori erano proprio le associazioni di categoria che hanno dimostrato incapacità e scarso tempismo davanti ad un dramma di proporzioni enormi per la produttività e per l’ambiente. Adesso ogni parola spesa è inutile. Bisognava pensarci prima. Il rimpallo di responsabilità non cambia le cose, non le migliora, non le risolve. E’ avvilente sentire un’associazione che fa appello ai nuovi eletti. Come se in campagna elettorale le promesse di smuovere mari e monti valessero qualcosa.

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Commenti: 3
  • #1

    Marianna Giorgi (giovedì, 24 gennaio 2013 19:18)

    Non capisco perchè in questo articolo vengono colpevolizzate principalmente le associazioni di categoria, che pure hanno le loro colpe, mentre non si parla degli enti preposti alla tutela dell'ambiente, sia a livello nazionale che regionale e provinciale. Di cosa si stanno occupando???? I nostri politici non ne parlano proprio di questo problema....non è affar loro....

  • #2

    Frosinone Web (giovedì, 24 gennaio 2013 19:57)

    E' ovvio che la politica sia la prima responsabile. Tuttavia siamo arrivati a questo punto nel silenzio di chi avrebbe dovuto difendere il territorio. Dopo non aver fatto nulla o quasi, oggi la Coldiretti si sveglia e dice: è tutta colpa del governo. E da mandato agli eletti. Gli allevatori hanno perso i loro capi, le loro aziende. Gli erano stati promessi risarcimenti che non sono arrivati. La Valle del Sacco doveva essere riconvertita, ci dovevano essere colture per i carburanti bio. Avete visto qualcosa? Quante manifestazioni di protesta ci sono state? Quante volte la Coldiretti è andata a parlare con i politici di allora per risolvere "illo tempore" il problema?

  • #3

    Marianna Giorgi (giovedì, 24 gennaio 2013 21:29)

    Ognuno ha le proprie responsabilità, l'emergenza della Valle del Sacco non è cosa recente, sono anni che assistiamo impotenti all'inquinamento di quell'area. La cosa più grave è che continua a NON essere un problema per le autorità preposte alla bonifica.