Colfelice. In pochi restano a presidiare il piazzale antistante la Saf mentre il Noe ispeziona l'impianto

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Colfelice. Le forze dell'ordine tengono sotto controllo il presidio dei manifestanti
Colfelice. Le forze dell'ordine tengono sotto controllo il presidio dei manifestanti

Colfelice. Il piazzale dell’impianto Saf di Colfelice si è andato man mano svuotando dalla folla che da questa mattina alle 8 si era riversata per presidiare l'area e far sentire sempre forte il dissenso del territorio all'arrivo dei rifiuti da Roma. Alle 12 sono arrivati carabinieri del Noe inviati dal ministro Clini per visionare la portata dell'impianto cosi come era stato annunciato nei giorni scorsi. Dalla relazione stilata proprio dal Noe si delinea il futuro del territorio. Qualora risultasse idoneo a trattare anche la quantità di rifiuti provenienti da Roma ci sarà poco da protestare. Di questo cominciano ad essere consapevoli anche molti dei sindaci del comprensorio del basso lazio. I residenti sono spaventati e allarmati dall'eventualità di veder passare ogni giorno decine di camion in più rispetto a quelli che già transitano portando i rifiuti locali. Camion che sversano percolato durante il tragitto rendendo difficile convivere con un odore nauseabondo ormai caratteristico della zona a ridosso di Colfelice dove insiste l'impianto di smaltimento rifiuti. Durante il dibattito di questa mattina i sindaci di Colfelice, Roccasecca, Pontecorvo, Colle San Magno e tanti altri hanno cercato di portare avanti una strategia comune per contrattaccare il ministro Clini e vincere la guerra dei rifiuti al fine di scongiurare che Colfelice diventi una discarica dei rifiuti capitolini. 

Stamane alle 8 circa mille persone hanno presidiato il piazzale antistante l'impianto di Colfelice per ribadire il no ai rifiuti da Roma

Colfelice. Cittadini, sindaci e politici  sono tornati a presidiare questa mattina l'impianto saf  sotto una pioggia battente
Colfelice. Cittadini, sindaci e politici sono tornati a presidiare questa mattina l'impianto saf sotto una pioggia battente

Colfelice. Il piazzale dell’impianto Saf di Colfelice è presidiato da questa mattina alle 8 da gente comune, politici e rappresentanti istituzionali del comprensorio cassinate. Circa mille persone armate solo di ombrello e perseveranza per difendere il diritto alla salute. Una lunga fila di macchine si snoda lungo la strada che porta all’impianto. Le auto hanno in vaso gran parte del piazzale. Un incolonnamento che sta creando anche disagi ai camion carichi di rifiuti locali in entrata. Sul presidio vigilano le forze dell'ordine per evitare scontri. Sotto la pioggia battente si sta articolando invece un lungo dibattito volto a trovare un contrattacco per fermare l’arrivo dei camion da Roma con una mole di rifiuti, 430 tonnellate, da smaltire nell’impianto di Colfelice cosi come indicato dal ministro Clini. In questi giorni sono saltate tutte le possibili trattative tra le parti. Lunedi a Roma l’incontro in notturna tra il ministro, il presidente Saf Fardelli, il presidente facente funzioni dell’ente provinciale Patrizi ed alcuni rappresentanti della politica locale sono andati in fumo. Come se non bastasse Clini ha tuonato contro la Saf ed i sindaci soci ritenendo che mentissero nel riferire la portata dell’impianto di Colfelice e l’incapacità dello stesso di fronteggiare lo smaltimento di altri rifiuti. Una tegola sulla credibilità dei gestori dell’impianto di smaltimento che adesso sono nel mirino dei carabinieri del Noe chiamati a verificare non solo la portata dell’impianto ma anche eventuali irregolarità di gestione. Si è innescata una vera e propria guerra dei rifiuti e in piena campagna elettorale. Nel piazzale antistante la Saf infatti sfilano anche i candidati alla regione e tutti all’unisono si fanno portavoce della battaglia contro Roma. Certo è che il territorio non vuole piegarsi alla volontà governativa di risolvere l’emergenza rifiuti capitolina tra il sud della Ciociaria e altri impianti del Lazio. Stamattina intanto i camion carichi dei rifiuti di Roma hanno scaricato nell’impianto di Albano Laziale, la stessa scena potrebbe verificarsi a breve anche in Ciociaria.

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