Frosinone. Il Vescovo denuncia l'episodio di razzismo

“L’aggressione razzista verbale e con sputi getta una grave ombra sulla convivenza civile e pacifica che contraddistingue la Ciociaria e che noi dobbiamo difendere”. Queste le parole del vescovo di Frosinone intervenuto sull’episodio di razzismo nei confronti di due giovanissimi giocatori senegalesi. L’episodio è accaduto sabato sul campo del sant’Elia. I due stranieri, in forze alla squadra juniores, lo Sporting Pontecorvo, sono stati insultati con frasi razziste durante il match. ''Un caso per nulla'', è stato il commento del presidente del Sant'Elia. Le parole del Vescovo di Frosinone, Mons. Ambrogio Spreafico, invece sono tutt’altre. “Episodi del genere – dice - non sono da sottovalutare e non vanno considerati come goliardie di singoli o di sparuti gruppi che non hanno vere intenzioni di ferire l’animo di chi ascolta. Esprimo solidarietà verso i due ragazzi e apprezzamento per il comportamento delle due squadre e di molti tifosi presenti che hanno preso le distanze da quanto avvenuto. Penso alla dignità ferita di quei due giovani e sono loro vicino. Spero che quanto accaduto serva almeno di lezione per fare riflettere i giovani della nostra terra in questi giorni in cui facciamo memoria delle terribili leggi razziali che diedero il via alla discriminazione e poi al genocidio di tanti ebrei e zingari italiani ed europei. Le parole sono pietre, che una volta lanciate addosso a qualcuno feriscono e lasciano il segno amaro della divisione e del disprezzo. Per questo chiedo ai giovani e alle loro famiglie e agli insegnanti di riflettere seriamente su quanto accaduto, parlarne, discuterne, per capire in profondità il male che si può fare anche nella banalità di insulti dagli spalti durante una partita di calcio: perché questo non avvenga mai più nella nostra bella terra, mai più!

Lo sport che dovrebbe far incontrare nella pace e nella gioia i popoli, e soprattutto i giovani, non può mai esser l’occasione per esprimere violenza, aggressione, razzismo, per di più verso ragazzi minorenni che andrebbero ancor di più tutelati e aiutati a crescere in una cultura che insegni a vivere insieme anche se si è diversi”.

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