Il business dei corsi di formazione. Chi guadagna sui disoccupati?

Frosinone. L'ingresso del centro per l'Impiego di viaTiburtina.
Frosinone. L'ingresso del centro per l'Impiego di viaTiburtina.

Frosinone. Sono aumentate in provincia di Frosinone le ore di cassa integrazione per quei lavoratori le cui aziende hanno ridotto le ore di lavoro e stanno attraversando la crisi economica. Nel capoluogo ciociaro sono 827 le aziende che hanno avanzato richiesta di ammortizzatori sociali. I settori spaziano dal commercio, all'editoria, passando per l'edilizia fino al settore chimico. I dati forniti dai funzionari del coordinamento dei centri per l'impiego di Frosinone spaventano. Nel triennio dal 2009 al 2012 solo per la città di Frosinone sono stati spesi 8 milioni 154 mila euro in corsi di riqualificazione professionale. Denaro prelevato tramite Regione Lazio dal fondo sociale europeo. Una cifra enorme spesa per i corsi di formazione seguiti dai lavoratori ciociari in cassa integrazione. E chi è che eroga questi corsi? Dati alla mano scopriamo che 32 aziende risultano essere accreditate alla Regione Lazio per il progetto SPAL ovvero il servizio politiche attive del lavoro, mentre una quarantina risultano quelle a carattere privato e non accreditate. Un sottobosco di aziende che forniscono formazione ricavando un vero e proprio business dalle ore di cassa integrazione e dalla crisi economica contingente.

Frosinone. Mafalda Boezi, coordinatrice Centro Impiego di via Tiburtina.
Frosinone. Mafalda Boezi, coordinatrice Centro Impiego di via Tiburtina.

 

I corsi seguiti dai lavoratori sono diversi. Si passa dall'alta specializzazione tecnica a quella culinaria. In teoria questo esercito di cassa integrati dovrebbe seguire corsi affini alla propria mansione supportati in questo dai centri per l'impiego che dopo l'iscrizione eseguono una sorta di colloquio di orientamento. "Nella realtà accade spesso - ci spiega la dott.ssa Mafalda Boezi - che il lavoratore in questione scelga un corso vicino alla propria abitazione e più comodo da seguire piuttosto che uno che lo qualifichi e migliori le sue competenze." In pratica ci sono anche gruppi di muratori che seguono corsi di alta pasticceria o di pizzaiolo. Ma in quella massa esiste qualcuno che vuole realmente ricollocarsi nel settore alimentare? I corsi intanto proseguiranno fino a Marzo. La riserva di denaro del Fondo Sociale Europeo al momento è bloccata. Nel 2011 sono stati 3249 i lavoratori interessati ai corsi, il bilancio del 2012 è ancora al vaglio, ma c'è stato un sensibile aumento dei corsisti. Sono stati effettuati, sempre nel 2011 ben 2941 colloqui di orientamento singoli e 309 orientamenti di gruppo.

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Commenti: 2
  • #1

    Carlo (mercoledì, 13 febbraio 2013 22:38)

    E' solo sperpero di denaro pubblico.

  • #2

    lodovico (martedì, 12 marzo 2013 22:58)

    A cosa ci servirà più quel bel foglio incorniciato che si chiama laurea? Assolutamente più a niente. Ora hanno tutti capito l'enorme business rappresentato dai corsi di formazione. I poveri tecnici cosiddetti abilitati, d'improvviso non sono più abilitati a svolgere il loro mestiere perché importanti pressioni svolte presso i ministeri stanno sfornando quotidianamente decreti e circolari che obbligano costoro ad iscriversi, pagare, superare nuove prove e accreditarsi. In tempi di vacche magre hanno capito che deliberare il semplice obbligo di frequenza a qualsiasi corso di formazione in qualsaisi campo crea un moltiplicatore economico di dimensioni notevolissime. Sinceramente non ne possiamo più dei cosiddetti crediti formativi. A dimostrazione di quanto sia sfacciata la tendenza del business dei corsi di formazione, basta accedere alle tonnellate di posta elettronica che ti scaricano quotidianamente le quali sono sempre anticipate dalle minacce delle sanzioni previste dalla legge e terminano in qualche link nascosto con la proposta economica in concorrenza con qualche altro organismo accreditato. Tutti, però tacciono. Vorrei che qualcuno alzasse il tono della propria protesta. Un cordiale saluto