Rifiuti. Sospeso il decreto. Clini: ricorrerò al Consiglio di Stato

Sospeso il decreto Clini.

ll Tar del Lazio ha sospeso il decreto del ministro dell'Ambiente Clini sui rifiuti di Roma.

Il giudice Eduardo Pugliese ha accolto la richiesta presentata dalla Provincia di Frosinone e Saf (società che gestisce il Tmb di Colfelice, ed ha emesso un'ordinanza di sospensiva del decreto emanato dal ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che impone il trattamento di una parte dei rifiuti della capitale negli impianti delle altre province del Lazio.

Si tratta in realtà di una mera sospensiva: il 6 giugno 2013 la decisione sul merito dei ricorsi.

I quattro impianti che secondo il piano dovevano ricevere i rifiuti di Roma, evitando così l'emergenza nella capitale, sono quelli di Albano laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina). In ottemperanza al decreto del ministro Clini il 15 gennaio scorso il commissario Goffredo Sottile aveva individuato i quattro impianti per trattare i rifiuti indifferenziati di Roma, Fiumicino, Ciampino e Stato del Vaticano. Appena due giorni fa Clini aveva lanciato l’allarme "Se il Tar accetta il ricorso Roma è a rischio emergenza" aveva detto il ministro.

I commenti

Si tratta di una decisione incomprensibile, questo il commento del ministro per l'ambiente Corrado Clini il quale annuncia il ricorso al Consiglio di Stato: “Non posso credere che il Tar abbia consapevolmente deliberato di proseguire in una pratica sanzionata da una procedura di infrazione comunitaria e contraria alla legge. Ricorrerò immediatamente al Consiglio di Stato“. Inoltre, “faccio presente che gli accertamenti svolti dal Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, che sono organo di polizia giudiziaria, possono essere contestati solo attraverso una querela di falso”.

Fabrizio Falasca Ass. Ambiente Pontecorvo

“C’è grande soddisfazione per la decisione del TAR di accogliere il ricorso che abbiamo preparato insieme agli altri amministratori contro il Decreto Clini che prevedeva lo smaltimento dei rifiuti romani nei nostri impianti. Per il momento possiamo tirare un sospiro di sollievo, ma senza abbassare la guardia, perché comunque il problema della gestione dei rifiuti nella Capitale non è stato risolto. Spero che il prossimo governo regionale imprima un’accelerazione sulla raccolta differenziata, sul riciclo dei rifiuti e sul funzionamento degli impianti presenti nelle altre province. Sul Decreto Clini, a Pontecorvo, abbiamo espresso la nostra contrarietà anche con una delibera di Consiglio Comunale (dove la minoranza era totalmente assente) suddivisa in 12 punti, dove si rimarca soprattutto che il decreto non tiene conto del Rapporto ERAS/ARPA Lazio 2012, il quale evidenzia forti criticità dal punto di vista sanitario, ambientale ed epidemiologico in relazione ai territori circostanti gli impianti di trattamento rifiuti e le discariche regionali, tra cui quelli presenti nella Provincia di Frosinone (Colfelice, Roccasecca, San Vittore). Abbiamo già il grave problema delle esalazioni maleodoranti che appestano il nostro territorio e fintantoché non sarà risolto questo problema, non abbiamo alcuna intenzione di risolvere i problemi dei romani. Intanto la decisione del TAR rende merito anche a questi primi 40 giorni di battaglia in prima linea. Ora manterremo alta la guardia, pronti a scongiurare qualsiasi altra decisione che possa penalizzare i nostri concittadini e questo territorio”.

Il presidente della Provincia Giuseppe Patrizi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“I nostri ricorsi, redatti con una dovizia certosina, grande capacità e professionalità, hanno fatto prevalere la ragione. Ringrazio dunque tutti coloro che si sono battuti per ottenere questo risultato, i colleghi sindaci, l’unione dei comuni e, in particolare, i nostri tecnici che, una volta di più, hanno fatto pesare la loro innegabile preparazione. Voglio sottolineare come sia stato premiato anche il nostro comportamento laddove, nelle sedi deputate, il dialogo ha prevalso sullo scontro e l’affermazione delle nostre motivazioni ha potuto essere considerata scevra da localismi e non è incappata nella trappola di un muro contro muro che sarebbe stato considerato solo specioso. Agli atti formali ci si oppone con atti formali e le nostre buone ragioni hanno potuto prevalere, lavorando con compostezza, un sereno confronto nelle sedi istituzionali e con grande perizia nella costruzione degli atti. Gli impianti romani non sono ancora saturi e possono assorbire i rifiuti di Roma. Potranno farlo, spero, per il tempo necessario a che, finalmente, Roma si possa dotare di quanto occorre al suo ciclo dei rifiuti (cosa che il Presidente Zingaretti non aveva fatto) e possa evitare di scomodare i territori circostanti”.


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