Processo Fiorito, Pdl e Codacons ammessi come parte civile

Sono stati ammessi come parte civile il gruppo consiliare del Pdl alla Regione Lazio e l'associazione dei consumatori Codacons nel processo che vede imputato l'ex capogruppo regionale del Pdl Franco Fiorito, accusato di peculato. Al termine dell'udienza di oggi davanti al giudice per l'udienza preliminare, Rosalba Liso ha rinviato al 25 marzo prossimo la decisione circa la richiesta dell'ex capogruppo di essere processato con rito abbreviato. Il processo potrebbe terminare in tre udienza, cioè il 28 marzo, giorno in cui il gup dovrebbe pronunciarsi sulla condanna o assoluzione degli imputati.  Fiorito, comunque, si trova ancora agli arresti domiciliari nell’abitazione materna ad Anagni. Ha trascorso dal 2 ottobre al 27 dicembre a Regina Coeli. «In carcere sono stato molto male - ha dichiarato Fiorito - ma ora ai domiciliari va meglio». I suoi difesori, gli avvocati Carlo Taormina ed Enrico Pavia, non hanno ancora presentato istanza di scarcerazione. L’ex capogruppo Pdl è accusato di aver sottratto dalle casse del partito un milione e 380 mila euro, denaro che per i pm è stato spostato in conti correnti dell’imputato in Italia e all’estero tramite 193 bonifici. I soldi, ha affermato Fiorito durante gli interrogatori, gli erano dovuti in base al cumulo di cariche che ricopriva alla Pisana. Una tesi che per i magistrati non regge: le spese sostenute dall’ex capogruppo hanno poco a che vedere con le finalità politiche per cui sono destinati. Per i tre imputati la procura aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato, procedimento che permette di saltare l’udienza preliminare e di andare direttamente al dibattimento, ma le richieste di riti alternativi hanno riportato il procedimento all’attenzione del gup. L’ex sindaco di Anagni fin dal primo giorno in cui è stato indagato ha sempre sostenuto di non aver mai usato denaro del partito per scopi privati.

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