Aggredito e licenziato per aver denunciato lo sterminio dei gatti

Cristian fotografato durante un presidio dell'USB in suo favore davanti all'impianto AMA
Cristian fotografato durante un presidio dell'USB in suo favore davanti all'impianto AMA

Roma. E' arrivata ad 8 mila firme in 48 ore la petizione popolare a favore di Cristian Castaldi. La giuria popolare si esprime a favore di questo operaio eroe dei nostri giorni e chiede giustizia.

Una vita distrutta. Castaldi, oggi 27enne, operaio di secondo livello nell'impianto dell'AMA spa di Rocca Cencia, saltato alla ribalta delle cronache nazionali per essere stato picchiato e licenziato solo per aver denunciato la mattanza dei gatti messa in atto per gioco dai suoi colleghi di turno all'interno dell'impianto AMA, non ha più una vita regolare. Non dorme, ha frequenti attacchi di panico, è fuori dall'azienda ormai da più di sei mesi. Vive con un sussidio di disoccupazione di 500 euro che sta per terminare. I suoi risparmi li ha spesi per pagare il legale di fiducia. Cristian, sposato e padre di un bambino di due anni, ha i nervi a pezzi: "Se tornassi indietro a quell'estate del 2011 forse non denuncerei quell'aguzzino che uccideva i gatti durante l'orario di lavoro e che mi ha gonfiato di botte per aver cercato di fermarlo. L'azienda, dopo il licenziamento, avrebbe dovuto reintegrarmi e invece non lo fa, la giustizia segue lenta il suo corso mentre, ho saputo, che il mio ex collega, autore dell'aggressione e della mattanza, è stato anche promosso dall'azienda a vice-responsabile del turno di lavoro nonostante penda su di lui un processo penale. Questa è la giustizia in Italia."E' il commento amaro di Cristian che con voce strozzata dall'angoscia, si confida alla redazione di Frosinone web esprimendo il proprio disappunto per quanto sta accadendo.

La storia. Cristian Castaldi, entra a lavorare presso l'AMA di Rocca Cencia nel Febbraio del 2010 come addetto all'area impianto. Nell'estate del 2011 assiste al massacro di alcuni gattini da parte di un suo collega. Nell'impianto di smaltimento rifiuti ne confluiscono a decine. I più piccoli, secondo il racconto di Cristian, venivano presi e torturati, sbattuti in terra ed uccisi sotto gli occhi complici di altri due colleghi. Cristian, stanco di assistere al gioco crudele, ha prima provato ad intervenire cercando di intimare verbalmente al suo collega a desistere dal macabro gesto e poi è stato accerchiato e picchiato oltre che minacciato dall'autore della mattanza mentre gli altri due ancora complici assistevano.

Rocca Cencia. La protesta degli animalisti davanti all'impianto smaltimento rifiuti.
Rocca Cencia. La protesta degli animalisti davanti all'impianto smaltimento rifiuti.

Inizia il calvario. Dopo aver preso le botte ed essere stato minacciato, Cristian viene ricoverato in pronto soccorso e refertato, sporge denuncia ai carabinieri di San Vittorino Romano. La Procura di Roma apre un'inchiesta sulla vicenda. L' Inail riconosce a Cristian l' infortunio. Dopo sei mesi viene sottoposto a visita di idoneità per rientrare in azienda ma viene "bollato" dai medici della stessa AMA come "non idoneo". Da qui inizia il secondo calvario di Cristian, la vicenda oltre al risvolto penale, addiziona quello sindacale: Cristian, con il supporto dell'USB, chiede e vince il ricorso. Per la Asl Cristian è idoneo e può tornare a lavoro. Dello stesso parere anche l'ispettorato del lavoro. L'azienda tuttavia respinge, secondo quanto racconta Cristian, il suo reintegro. Cristian ci racconta che nessuno dei suoi colleghi gli ha espresso solidarietà per quanto accaduto e accade ancora. Tutti temono di perdere il posto di lavoro e cosi è stato isolato.

La protesta sul web. Il popolo di facebook invece è solidale con Cristian, la pagina creata dalla moglie dell'Operaio AMA riscuote continue adesioni da tutta Italia e anche dall'estero. La sua storia appassiona e commuove. Tutti chiedono giustizia per questo giovane ragazzo che ha avuto il coraggio di denunciare la mattanza di gatti che avveniva per gioco all'interno dell'impianto di smaltimento rifiuti alla periferia di Roma. Il prezzo pagato è troppo alto, le botte ed il conseguente licenziamento oltre agli strascichi psicologici di una vicenda che lo ha profondamento segnato. Si spera che la giustizia renda onore e merito a chi si oppone all'omertà e alle intimidazioni per dare un segno tangibile che cambiare le cose è possibile. A seguire solo alcuni dei commenti che trovate a margine della petizione. Per firmare clicca qui.

 

 

Rosa Rossi CUGNASCO, SWITZERLAND

CRISTIAN e' un vero uomo, e merita di riavere il suo lavoro..sono peruviana, abito in Svizzera, pero' anche se siamo lontani, lotteremo per lui...

Brigida Boccanegra MOLFETTA BA, ITALY

Grazie Cristian, avrai perso il lavoro ma tuo figlio vedrà per sempre in te un eroe. Sii orgoglioso di essere come sei. Questa battaglia la vinciamo tutti insieme. 

 paola lomuto MANFREDONIA, ITALY

il mondo va ripulito e chi può farlo meglio della nettezza urbana? ah già sono loro che inquinano il mondo! avendo a che fare tutti i giorni con i rifiuti si diventa dei rifiuti!!! VIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

 

 

 

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    marilena (giovedì, 07 marzo 2013 21:05)

    Grazie a chi si occupa di parlare e far conoscere questa vicenda. Non conosco il protagonista, ma in ogni aspetto della sua storia traspare dignità lesa! I gattini uccisi, le botte, l'omertà, il licenziamento, la mancata riassunzione... la giustizia lenta. Gridiamola l'indignazione... a furor di popolo!