Il franchising della contraffazione, fenomeno diffuso in tempo di crisi

Due finanzieri mostrano la merce sequestrata
Due finanzieri mostrano la merce sequestrata

Cassino. I militari della Compagnia di Cassino, impegnati nell’esecuzione di servizi di controllo economico del territorio, hanno individuato un uomo intento alla vendita di capi di abbigliamento contraffatti in pieno centro cittadino.

 

Sottoposto a controllo, sono stati rinvenuti numerosi prodotti riproducenti fedelmente le caratteristiche dei modelli originali di note griffe, quali POLO BY RALPH LAUREN, FRED PERRY, HARMONT & BLAINE, LIU JO, ARMANI, LOUIS VUITTON.

 

Rinvenuti oltre 40 capi contraffatti, i quali sono stati posti sotto sequestro ed il venditore, un trentenne residente nella provincia di Caserta, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cassino per la commercializzazione di beni recanti marchi contraffatti.

 

Capi contraffatti sempre più perfetti. L’accuratezza delle realizzazioni dei capi di abbigliamento ed accessori rendono ormai sempre più difficile distinguere un prodotto originale da uno contraffatto e ciò a discapito degli acquirenti convinti di acquistare merce autentica ad un prezzo inferiore a quello praticato sul mercato.

 

Un fenomeno in crescita a causa della crisi. La vendita di materiale contraffatto, soprattutto in tempo di crisi economica, sta diventando un fenomeno sempre più diffuso, in grado di alterare le regole del mercato e della leale concorrenza oltre che generare inquinamento dell’economia e pericolo per i consumatori finali.

 

Il franchising della contraffazione. Il mercato della contraffazione, viene infatti alimentato sia dalla presenza di una fitta rete di venditori, a volte clandestini che espongono la merce lungo le principali vie dedicate allo shopping, sia da quei cittadini che, non avvertendone il danno sociale ed economico, acquistano capi di abbigliamento ed accessori palesemente falsificati.

 

Multe salate per chi acquista. Le forze dell’ordine ricordano che, ai sensi della Legge n.99 del 2009, chi acquista a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l'entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà industriale, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 7.000 €.

 

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