Vdc, Il curatore si rivolge ai politici: dateci una mano a sbloccare i fondi

50 milioni di euro destinati alla riconversione della Videocon bloccati dal Ministero per lo sviluppo economico. Un altolà senza motivo, dice il curatore fallimentare della Vdc il prof. Caiafa, secondo il quale se c’erano motivi per investire quei soldi allora ce ne sono ancor di più adesso che si sta facendo un’operazione importante; e soprattutto la figura del curatore fallimentare è una garanzia più rilevante. Non si capisce questo stop ed è per questo che lo stesso curatore ha fatto ricorso al tar. Se ne discuterà nel merito il prossimo 26 Marzo.

Quel che invece è chiaro a tutti è il tempo che scorre: il 14 giugno scade la proroga della cassa integrazione per tutti i lavoratori. Il piano Asi va avanti ma senza quei soldi e con i debiti sul groppone nessuno avrà interesse a fare impresa sul territorio.

Secondo il prof. Caiafa infatti i debiti della Vdc ammontano a 154 milioni di euro di cui 44 portano il nome Intesasanpaolo. “Ho ricevuto decine di manifestazioni di interesse – dice Caiafa – di imprenditori che sono anche venuti a vedere il sito. Ma in questa situazione cosa si va ad acquistare? Un’area?”. È chiaro che c’è bisogno di incentivi e quei 50 milioni devono tornare a disposizione.

Un’altra proposta è stata avanzata dal senatore Francesco Scalia già consigliere regionale nella scorsa legislatura. “La regione - dice Scalia - aveva a disposizione 750 milioni di fondi comunitari finalizzati proprio per essere utilizzati come incentivi alle imprese. Ne sono stati spesi 250, quindi ne restano altri 500”. Per la regione era presente il consigliere Marino Fardelli il quale ha promesso il proprio impegno in sede regionale, anche se dice: “Sono un semplice consigliere d’opposizione”. A questo punto però c’è bisogno di tutti e non è più tempo di dividersi.

Vedremo quel che accadrà intanto “Attendiamo con ansia la discussione del 26 – afferma Silvio Campoli della Filcem Cigl- perché quella somma di denaro potrebbe essere fondamentale per attirare nuovi investitori sul sito di Anagni e salvare il futuro dei lavoratori attualmente senza prospettive.”

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