Sacco, il Beta Hch fa ancora paura

Nella foto i comuni toccati dal fiume Sacco e le aree ancora a rischio
Nella foto i comuni toccati dal fiume Sacco e le aree ancora a rischio

Il beta HCH (beta esaclorocicloesano) non è più presente nelle acque del fiume Sacco ma solo nei sedimenti. Questo certo non significa che il fiume è diventato balneabile e neppure che i terreni circostanti sono stati bonificati al 100%.

Meno ancora che gli effetti del famigerato veleno siano stati eliminati.

Lo dimostrano le analisi ed i controlli fatti sia dall’ufficio regionale “valle sacco” che dal Servizio veterinario della Asl.

Entrambe le istituzioni però rassicurano che la bonifica sta portando i suoi effetti.

10 milioni di euro sono stati spesi per ripagare gli allevatori che hanno subìto i maggiori danni, quelli che hanno dovuto abbattere i propri capi di bestiame.

Un sacrificio necessario che ha portato però risultati positivi: I controlli sugli animali e sul latte non hanno visualizzato problemi di trasmissione del BetaHCH.

Ci sono altri 19 milioni di euro ancora a disposizione per completare la bonifica ma la spending rewiev ha fatto chiudere tutti gli uffici commissariali ed ha portato al conseguente declassamento della valle del Sacco da sito di interesse nazionale a sito di interesse regionale. Una decisione che è stata contrastata sia dalla regione Lazio che ha impugnato la norma sia dai comuni come Ceccano. Proprio il sindaco della cittadina fabraterna, Manuela Maliziola, ha voluto fare il punto della situazione inquinamento e, nell’incontro di oggi sono emerse tutte le difficoltà in cui vivono ancora allevatori e semplici proprietari dei terreni adiacenti al fiume. A questi è vietata la coltivazione e la vendita di prodotti derivanti dai loro terreni, tuttavia sono essi stessi che debbono preoccuparsi di smaltire il fieno contaminato senza che dalla regione arrivi un euro di risarcimento. Una delle tante contraddizioni italiane che porta poi alcuni allevatori a fare i “furbi” e ad invadere col loro bestiame anche i terreni non utilizzabili. Una situazione ad alto rischio, come si evince dalle risultanze dei controlli effettuati: non tutti gli allevamenti sono risultati negativi al Beta HCH.

 


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