"Un bandito gestisce la nostra Acqua": Acea

Frosinone.  “Un bandito sta gestendo la nostra Acqua, dobbiamo riprenderci il diritto di usufruire di un bene primario spodestando il privato dalla gestione del servizio idrico nella provincia di Frosinone.” E’ stato questo il grido di battaglia levato dalla sala congressi dell’hotel Memmina di Frosinone dove ieri sera circolo di Sinistra Ecologia e Libertà  ha riaperto il dibattito attorno al tema acqua pubblica. Una sala gremita e numerosi interventi hanno dimostrato quanto questo tema sia importante e sentito nella popolazione. I cittadini per primi, da utenti, “subiscono le ripercussioni di una gestione privata che si è dimostrata negli anni, miope, dispotica ed inconcludente.”

Il dibattito è ripartito dal punto in cui era stato interrotto ovvero il risultato di un referendum popolare che nel 2012 aveva tracciato una rotta da seguire alla politica. Ben 27 milioni di cittadini in Italia hanno detto che vogliono la gestione pubblica dell’acqua. Una rotta che invece è stata abbandonata da chi doveva trasformare la volontà popolare in legge. Perché è successo questo? Ci si è chiesto in sala, la risposta è stata unanime: troppo grandi gli interessi economici che si nascondono dietro il colosso della gestione privata dell’Acqua. Ci sono politici collusi con il sistema. Un muro molto alto da scavalcare ma che non è impossibile valicare. Ci sono esempi concreti che lo attestano. L’esempio Puglia. Una gestione pubblica del servizio idrico. Una battaglia vinta da Sel (vedi intervista deputato Santoianni).


Ma per restare in provincia di Frosinone basta guardare anche la battaglia vinta dal comune di Cassino. Una vittoria incassata contro il colosso Acea trascinato in Tribunale e scalzato completamente dalla gestione dell'acquedotto. Un obiettivo che il comune di Cassino vuole estendere anche "alle periferie dove gli utenti che hanno contestato le bollette stanno subendo  in questi giorni un sopruso, l'ente gestore ha diminuito il flusso idrico

in queste abitazioni. E non si tratta di utenti morosi." Un "sopruso inaccettabile" afferma Riccardo Consales, Assessore all’Ambiente del Comune di Cassino che aggiunge. "stiamo lavorando per una proposta di delibera comunale necessaria per riprenderci la gestione dell'acquedotto nella parte periferica della città." Un lavoro faticoso, costante, certosino quello di tornare alal gestione pubblica ma necessario dal momento che la privatizzazione in provincia ha dimostrato "l'interesse speculativo del privato ai danni della collettività" Afferma Severo Lutrario del comitato acqua pubblica. Nelle bollette finali all'utente ci sono voci di pagamento come ad esempio "la remunerazione del capitale, che non è affatto dovuta!" ribadisce, dopo anni di lotte, Lutrario che aggiunge: "Su questi soprusi avrebbe dovuto vigilare il pubblico, ovvero l'assemblea dei sindaci, ben 86, che invece non sono stati in grado di svolgere questo compito. E in città continua ad aggirarsi indisturbato un bandito, ovvero Acea, senza che ci siano glli sceriffi a vigilare. le inadempienze ocntrattuali di Acea sono talmente gravi che ci sarebbero stati tutti gli estremi per cacciarlo dalla gestioned el servizio idrico!". Tanti gli interventi su questo tenore. Francesco Notarcola, da sempre impegnato come cittadino nelle battaglie per i diritti del malato e dei cittadini, ha ribadito che "i difetti e le inadempienze di Acea si conoscono da anni. Da oggi bisogna agireper rendere operativo il Referendum popolare. la privatizzazione dell'Acqua è opera del centro sinistra, cosa vuole fare ad oggi Sel per vincere questa battaglia?" Per la risposta di Sel (vedi intervista Pilozzi). Significativo anche l'intervento di Marco Maddalena: " Acea nel nord è inadempiente, la zona della valle del sacco tra Anagni e Sgurgola non ha i depuratori, a ferentino sono stati tolti gli sportelli di prossimità, i comuni non sono riusciti a controllare e vigilare. Bisogna andare nelle scuole e insegnare ai bambini, ai ragazzi l'importanza di una gestione pubblica dell'acqua!". Dai Lepini invece l'ex sindaco Torriero di Supino attacca duramente il centro sinistra e l'allora Presidente della Provincia Francesco Scalia "per aver fatto passare l'aumento retroattivo delle tariffe proposto dall'ente gestore. In quel momento storico l'ente si trovava sull'orlo del fallimento. Se l'avessimo lasciata fallire oggi saremmo liberi." Una battaglia ideologica, uno scontro politico, gli appetiti economici dei privati. Sulla vicenda gestione acqua il clima è rovente. Quel che è certo e che ad oggi "l'Acqua rappresenta il bancomat dell'Acea. Un gestore fermo con gli investimenti ma che incassa la fatturazione piena."

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