Ospedale di Anagni "dissanguato"

Sono quasi 200 i donatori di sangue nella zona di Anagni, una risorsa davvero importante per cercare di far fronte alla richiesta pressante degli ospedali.

Eppure, invece di incentivare chi, a titolo gratuito, si mette a disposizione del sistema sanitario vi si frappongono ostacoli e difficoltà.

È quel che avviene all’ospedale di Anagni. Il centro trasfusionale di Frosinone, a corto di medici, è costretto a chiamare e ad annullare i prelievi.

Più della metà degli interventi programmati  vengono annullati uno o due giorni prima.

Il centro di raccolta di Anagni non ha neppure il tempo di avvisare i propri iscritti che spesso si recano comunque presso l’ospedale per poi essere rimandati a casa senza aver concluso nulla.

Una situazione davvero insostenibile secondo il presidente dell’Avis locale Piero Alonzi il quale ha già scritto all’attuale direttore generale della Asl Vincenzo Suppa senza tuttavia avere alcuna risposta.

Il problema riguarda la crisi della sanità ciociara e laziale e per questo lo stesso presidente della regione Nicola Zingaretti a metà maggio aveva rassicurato con una lettera che il problema sarebbe stato risolto.

Ad oggi però nessuna novità positiva, anzi, la carenza del personale medico ha portato alla chiusura del centro trasfusionale di Pontecorvo che dal primo luglio non sarà più operativo. Un provvedimento che rischia di riguardare anche Anagni con le conseguenze che sarà sempre più difficile per gli ospedali approvvigionarsi di sangue.

“Siamo molto preoccupati -  dice Piero Alonzi - perché abbiamo sempre creduto nella solidarietà e nell’efficienza del sistema sanitario nazionale. A questo punto è ora che la regione intervenga. Il fallimento delle macro aree impone una veloce revisione del sistema sanitario. Vorremmo che si tornasse ad avere una vera rete ospedaliera che punti sugli ospedali di Anagni e Pontecorvo. Siamo stanchi delle parole. Vogliamo vedere i fatti”.

 

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