Operazione Low Cost: scattano i sequestri patrimoniali

 

Guardia di Finanza e Polizia di Stato hanno eseguito il sequestro dei beni nei confronti dell’impiegato infedele dipendente dell’Agenzia delle Entrate che accedeva nel sistema informatico per manomettere le cartelle.

 

In particolare l’impiegato, su indicazione di un altro dipendente precedentemente arrestato, entrava nel sistema informatico e provvedeva allo sgravio delle cartelle in “autotutela” o inseriva l’esistenza di un ricorso che sospendeva la pretesa erariale.

 

Il tutto dietro pagamento di una percentuale che il destinatraio della cartella avrebbe dovvuto pagare. Percentulae che si aggirava intorno al 20/30 percento degli importi contestati: in un caso per una cartella esattoriale di 200.000 euro è stato richiesto un corrispettivo di 40.000 euro.

 

Il sequestro patrimoniale operato ha inflitto l’ultimo e decisivo colpo all’associazione a delinquere nella quale hanno avuto un ruolo preminente un quarantenne di origine calabrese, impiegato dell’Agenzia delle Entrate che riusciva ad acquisire i dati di debiti erariali dei “clienti” per poi preparare la falsa documentazione con timbro a secco e carta intestata dell’Agenzia delle Entrate attestante lo sgravio o la cancellazione del debito erariale.

 

Mente dell’organizzazione, un cinquantatreenne napoletano che manteneva le fila di tutta l’illecita attività, con il compito di procacciare imprenditori con debiti tributati ed erariali ai quali prometteva la cancellazione a fronte di pagamenti di somme di gran lunga inferiori a quelle dovute.

 

L’organizzazione smantellata si avvaleva di una rete di procacciatori piuttosto fitta ed articolata e coinvolgeva anche studi di commercialisti oltre ad imprenditori  e commercianti di varie regioni d’Italia, situate per lo più nel Lazio, Umbria ed Abruzzo.

 

L’operazione, nel suo complesso ha registrato l’effettuazione di 71 perquisizioni nei confronti di altrettanti complici, tutti debitori, che hanno illecitamente richiesto e/o ottenuto la cancellazione o lo sgravio delle loro pendenze debitorie,  nei cui confronti pende l’accusa di corruzione.

 

Le 45 persone indagate dovranno rispondere davanti al Tribunale di Roma di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, falso ed accesso abusivo a sistema informatico.

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