Il piano aziendale? Due poli ospedalieri

Non sono mai stato bacchettato dal presidente Zingaretti ne da altri dirigenti della regione, anzi…

Il manager della Asl Vincenzo Suppa convoca una conferenza stampa e spiega i passaggi più importanti della sua dirigenza: Atto Aziendale; Art. 18: sentenza del Consiglio di Stato; S. Raffaele di Cassino;  Parcheggi e rimozioni.

Partiamo dall’atto aziendale bocciato dalla conferenza dei sindaci. La commissione che ha studiato le linee guida dell’atto aveva sottoposto ai primi cittadini due opzioni: A) quattro ospedali (Frosinone, cassino, Sora ed Alatri) tutti Dea di primo livello in un unico polo ospedaliero. B) due poli ospedalieri (Frosinone-Alatri e Cassino-Sora).

I sindaci però hanno scelto una terza via. Hanno parlato di Dea di secondo livello per Frosinone, ed altre quattro strutture complesse (Cassino, Sora, Alatri ed Anagni). Hanno parlato di numero di posti letto da aumentare per la provincia di Frosinone, di strutture da valorizzare (Atina, Veroli, Pontecorvo, Ceccano…) ed il superamento delle macro aree.

Tutto ciò non è possibile inserirlo in un atto aziendale che deve comunque rispettare i criteri imposti dalla regione. Questa la risposta del manager Asl che non ci sta neppure ad essere definito un mero esecutore, o peggio, di aver fatto un’operazione puramente ragionieristica.

È stato un piano pensato e studiato, per questo verrà presentato alla regione il progetto dei due poli, anche se, insieme alla presentazione dell’atto aziendale sarà inserita una delibera con tutte le perplessità che il generale Suppa ha condiviso con i sindaci del territorio.

L’ospedale di Frosinone è incapiente, dice, dovrebbe ospitare altri 88 posti letto, ma non ci sono gli spazi che dovranno essere trovati quindi nelle altre strutture ospedaliere. Tuttavia dice: “Non posso modificare le norme dettate dalla regione. Le macro aree non le ho inventate io e quindi non le posso cambiare. Questo può essere fatto solo dalla regione con un proprio atto politico”.

Per quanto riguarda il san Raffaele di Cassino Suppa ricorda che dal suo insediamento sono stati elargiti 11 milioni di euro. “Per la prima sono stati individuati percorsi ispettivi formalizzati in delibera. Tali percorsi non si applicano solo al san Raffaele ma a tutte le strutture ospedaliere”.

Sulla vicenda parcheggi il manager sarebbe stato accusato di scarso buon senso: “Ricordo che mi sono insediato solo il 28 di Gennaio 2013 mentre il regolamento è del 2011. Non abbiamo fatto altro che applicarlo”. Anzi Suppa dice insiste: “ho persino rifiutato di dare parcheggi riservati alle maestranze per favorire i malati ed i parenti dei malati”. In ogni caso adesso la situazione si è risolta perché è stata fatta una convenzione con il comune di Frosinone.

Art. 18: sentenza del Consiglio di Stato. “tenuto conto che l’azienda è stata soccombente in due, tre occasioni perché due medici hanno avuto l’incarico per oltre 12 mesi, hanno vinto la causa e abbiamo dovuto liquidare 40 mila euro ad ognuno; in un’altra sentenza il giudice del lavoro ha dato ragione al medico ricorrente opinando che non si potesse affidare l’incarico per oltre i 12 mesi. Questo mi ha indotto a mettere come limitazione che l’incarico non potesse esser affidato per più di 12 mesi a meno che  non fosse stato l’unico candidato e questo è intuitivo perché se non lo avessi affidato comunque avremmo dovuto sostenere le spese per l’affidamento dell’interim”.

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Commenti: 2
  • #1

    un lettore (sabato, 21 settembre 2013 19:59)

    Carissimo Generale perche' non si gode la pensione in santa pace, invece di mettersi in mezzo a questo casino infinito che e' la sanita' pubblica. Tanto non si risolve niente e ha rimetterci solo la povera gente ammalata. DIMENTICAVO LA CONVENZIONE COL COMUNE DI FROSINONE PER MULTARE LE MACCHINE ALL' INTERNO DELL' OSPEDALE E ' UNA PORCATA

  • #2

    secondo lettore (martedì, 24 settembre 2013 23:20)

    Strano posto l'Italia: chi sta in pensione continua a lavorare, chi lavora non avrà mai la pensione, chi ha meno di trent'anni non lavorerà mai. Ma quanto ci mette il paese a suicidarsi?