Alatri. Festeggiato il 4 Novembre

La festa dell'Unità nazionale e delle Forze Armate si è celebrata anche in altri centri della provincia.

Ad Alatri, dopo la Santa Messa in onore dei caduti per la Patria officiata nella chiesa Santa Maria Maggiore, dall’omonima piazza si è snodato il corteo guidato dal sindaco Giuseppe Morini accompagnato da alcune autorità militati e politiche, dalle associazioni combattentistiche, dalla Banda musicale della città di Alatri e da tanti cittadini comuni. Il corteo ha raggiunto il monumento ai Caduti davanti a Porta San Pietro dove il Sindaco ha deposto una corona d'alloro e, quindi, il monumento ai caduti di tutte le guerre (in piazzale della Libertà) e il monumento alle vittime civili (nel parco della Rimebranza, giardini di Viale Duca d'Aosta) per la deposizione di un serto commemorativo.

Accompagnato sempre dalle note della Banda musicale, il corteo ha raggiunto nuovamente Piazza Santa Maria Maggiore dove il Comandante della Polizia Locale Dino Padovani ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A prendere la parola, infine, è stato il Sindaco Giuseppe Morini.

“Con il 4 Novembre data, si festeggia una triplice ricorrenza: la fine della “1^ Guerra Mondiale”; la giornata delle Forze Armate che tanto hanno lottato e contribuito per questo risultato e la Festa dell’Unità d’Italia con l’annessione dei territori di Trento e Trieste – le prime parole del sentito discorso del sindaco Morini -. E’ importante celebrare e ribadire questa data così gloriosa (4 novembre 1918) perché 95 anni fa, conquistando gli ultimi territori sottomessi alla dominazione dell’impero asburgico, si realizzava la tanto desiderata Unità dell’Italia e si completava finalmente la nostra indipendenza. Il sacrificio ed i disagi affrontati con coraggio dagli Italiani nostri padri, militari e civili, dimostrano non solo l’unità territoriale e geografica, ma soprattutto l’unità morale e civile del nostro popolo consapevole di meritarsi una Patria veramente unita e mai più divisa. Il sacrificio dei 689.000 caduti e dei 1.050.000, tra mutilati e feriti, deve rimanere per noi tutti un esempio sacro da ricordare ed un impegno a proseguire a futura memoria. Non possiamo però dimenticare che ci sono troppe altre libertà da difendere: dobbiamo pensare ai componenti dei nostri contingenti di pace impegnati all’estero in terre lontane, agli immigrativittime di carnefici o di trafficanti senza scrupoli che approfittano della loro disperazione, ai nostri giovani e ai disoccupati, che non trovando lavoro e non possono godere della loro libertà – ha detto ancora Giuseppe Morini -. Tutti noi dobbiamo riflettere e riconoscere che il valore principale della Grande Guerra non risiede nella vittoria militare o nella sconfitta di qualcuno anche se nostro nemico, ma risiede solo e soprattutto nell’avere difeso la Libertà”.

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