La crisi nera dell'edilizia: in cinque anni persi più di 5 mila posti di lavoro. Dimezzato il numero delle imprese edili del territorio

Dal 2008 a oggi nella provincia di Frosinone si sono persi 5.500 posti di lavoro e sono uscite dal mercato 637 imprese.

A far luce sulla crisi profonda che ha investito l’edilizia sul territorio è Ance Frosinone, nel corso dell’assemblea annuale dei costruttori tenutasi presso l’Auditorium della Cassa edile.

In quattro anni il tessuto imprenditoriale si è ridotto di circa un terzo, con una perdita di 637 aziende. E l’aspetto che preoccupa di più è che 267 di queste imprese hanno chiuso i battenti solo nell’ultimo anno.

Dal 2008 nella nostra provincia l’attività delle costruzioni si è praticamente dimezzata. Le ore lavorate, che rappresentano il principale indicatore dell’andamento dell’attività, sono infatti passate da 11 milioni a meno di 6 milioni, con una riduzione del 48,7%.

Domenico Paglia Presidente Ance Frosinone
Domenico Paglia Presidente Ance Frosinone

Secondo il presidente dell’Ance Frosinone Domenico Paglia “Questo sta determinando una crescente disoccupazione, con effetti sociali che ancora non si sono manifestati in tutta la loro pericolosità e su cui dovremmo invece riflettere. In Cassa edile dal 2008 ad oggi il numero degli operai attivi è passato da circa 13.000  a 7.400. Il che vuol dire che abbiamo perso oltre 5.500 posti di lavoro. Se invece che Ance ci chiamassimo FIAT saremmo sulle prime pagine dei giornali tutti i giorni”.

I dati parlano chiaro. Secondo i dati della Camera di Commercio dal 2007 al 2012 il numero delle fabbriche nella provincia di Frosinone è diminuito del 16%, passando da 5.305 a 4.477, con una perdita di 828 unità.

Una situazione che ha colpito duramente soprattutto il mercato residenziale, che ha registrato solo nell’ultimo triennio una contrazione degli investimenti del 9%. Il mercato immobiliare ha subito un vero e proprio crollo: tra il 2005 e il 2012 il numero delle compravendite immobiliari nella provincia si è, infatti, ridotto del 42,4% e il valore dei mutui per l’acquisto di un’abitazione nella provincia è diminuito nella prima metà del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 del 65%. Una percentuale record se si pensa che nel Lazio e in Italia la contrazione è rimasta al di sotto del 45%.

Nonostante i pesanti tagli inferti dalla crisi, il tessuto imprenditoriale delle costruzioni, continua a rappresentare il 15% del totale delle aziende iscritte in Camera di Commercio. È costituito da piccole e medie imprese con una storia, competenze e professionalità che possono offrire un contributo fondamentale nel rilancio nell’economia del territorio. “Noi crediamo - ha aggiunto Paglia, ricordando come gran parte del patrimonio edilizio risulti vecchio e in gran parte da riqualificare quando non da sostituire, ad iniziare da quello residenziale pubblico. - che far confluire risorse sul settore non si configuri come un’operazione meramente anticongiunturale, bensì come una necessità, vista la drammatica situazione in cui versa il nostro territorio, viste le condizioni delle nostre scuole e delle nostre città”.

E a questo proposito ha fatto l’esempio dell’Ater di Cassino, dove  il 70% degli alloggi dell’istituto ha più di 35 anni e il 25% più di 15 anni e come ammesso dagli stesi vertici “risulta di dimensioni e caratteristiche tecnico-impiantistiche non adeguate alle esigenze dei nostri tempi”.

Ancora peggiore è la situazione idrogeologica che interessa tutti i 91 comuni della provincia, dove  quasi 500 Kmq sono a rischio frana o alluvione. “Un rischio - ha sottolineato il Presidente dell’Ance - che riguarda il 15% della popolazione provinciale, ovvero oltre 30.500 famiglie e che interessa 36.400 abitazioni.”

“Basta un temporale un po’ più violento e il nostro territorio si trasforma in un inferno: frane, esondazioni, crolli, danni per decine di milioni di euro. Tutto ciò è il frutto di una cattiva amministrazione e dell’assenza di pianificazione”.

Scrivi commento

Commenti: 4
  • #1

    un lettore (venerdì, 06 dicembre 2013 15:32)

    I posti di lavoro non si trovano, i giovani non avendo un lavoro non possono farsi una famiglia. Di conseguenza non ristrutturano le case ma non possono comprarle neanche nuove, Le banche non concedono mutui e allora !!!!! L'Edilizia e' ferma non si esce piu' da questa crisi genarale. Ecco la crisi delle Imprese di Costruzioni.

  • #2

    Francesco Notarcola (venerdì, 06 dicembre 2013 16:05)

    E' strano che nessuno parli dell'aggressione e della devastazione del territorio da parte dei palazzinari. Perchè non parlare del ruolo dell'edilizia nella valorizzazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico provincia? Perchè non investire nel recupero e nella ristrutturazione del patrimonio edilizio dei centri storici? Perchè non si opera affinchè l'edilizia diventi il settore trianante per il consolidamento idrogeologico del territorio ed il recupero delle Valli inquinate da una industrializzazione selvaggia e senza scrupoli? Si può aprire un confronto, senza tabù, su questi temi senza aspettare la manna dal cielo?

  • #3

    Cultura (venerdì, 06 dicembre 2013 21:02)

    Perché non parlate delle terme romane su cui ci avete costruito un parcheggio ?

  • #4

    Lino (sabato, 07 dicembre 2013 07:16)

    Veramente per il piano di "Riqualificazione dello Scalo Ferroviario" ho espressamente detto: "serve tutto questo cemento"?
    Evidentemente no! visto che ci sono molte strutture inutilizzate del tutto e/o parzialmente!
    Quindi anche in questo caso è giusto che si parli di progetti tendenti a valorizzare il patrimonio in generale e, quello storico-culturale e paesaggistico in particolare; senza dimenticare tutti gli interventi per la salvaguardia e la tutela del territorio dal punto di vista idrogeologico. Tutto già richiamato, fra l'altro, dal sig. Francesco.
    Si promuovano e realizzino progetti utili! cercando di recuperare e risanare ciò che già c'è non solo a FR capoluogo, ma anche nel suo Hinterland.
    DI SCEMPI NE SONO STATI GIÀ FATTI TANTI..!!!!!!!!!..........