Samanta Fava. Strozzata con una fascetta da elettricista

Stretta al collo con una fascetta da elettricista e poi murata. Così sarebbe morta Samanta Fava la 38enne di Sora di cui si erano persone le tracce per un anno e mezzo.

 

La donna è stata poi ritrovata dagli investigatori della polizia che, grazie a speciali apparecchiature e cani poliziotti, hanno rinvenuto il corpo murato all’interno di un locale di proprietà di Tonino Cianfarani, 40enne amico di Samanta.

 

Nell’udienza che si è tenuta presso il tribunale di Cassino sono stati ascoltati i consulenti della procura. Questi avrebbero accertato che la morte di Samanta sarebbe avvenuta per asfissia meccanica violenta procurata da una fascetta da elettricista che gli sarebbe stata stretta al collo.

 

48 ore dopo la morte il suo corpo sarebbe stato murato presso il casolare di Fontechiari dove è stato poi ritrovato dalla polizia. Ci sarebbero quindi forti incongruenze con le dichiarazioni del muratore, Tonino Cianfarani che aveva parlato di attacco epilettico della donna. Scartata anche l’ipotesi di una morte causata da una commistione di alcool e farmaci

 

In Aula sono state proiettate le immagini in cui si vede l’edema e enfisema nei polmoni della donna. Nella scorsa udienza il legale di Cianfarani ha chiesto una perizia psichiatrica per il suo assistito.

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