La sanità che funziona. Alatri, i medici salvano la vita a Lucia

Una donna di 87 anni arriva all’ospedale di Alatri per delle analisi di routine. Un valore troppo alto di emoglobina fa pensare a delle complicazioni per la sua malattia (un tumore al pancreas). Immediatamente sottoposta a nuovi accertamentiche svelano l’inizio di un’occlusione biliare. Se si perdesse tempo la donna morirebbe in pochi giorni soffrendo di laceranti dolori.

 

La signora è quindi ricoverata immediatamente. In tre giorni le somministrano dei farmaci per riportare i valori a posto, quindi lo stesso ospedale dispone il trasferimento al Santa Maria Goretti di Latina. Qui viene operata e riportata al San Benedetto di Alatri nello stesso giorno. Nell’intervento, alla donna è stato inserito un by-pass alle vie biliari.

 

Dal giorno dopo cominciano i primi segni di ripresa. La signora dopo circa una settimana è di nuovo a casa per la gioia dei suoi familiari. Lucia, questo il nome della donna, è la mamma di Franco che ora ringrazia i medici che l’hanno avuta in cura. “Io ed i miei familiari abbiamo potuto constatare la grande professionalità del personale medico e  paramedico che opera in una struttura  con molte carenze: manca una tac sempre funzionante ed una radiologia con servizio h24, la sala rianimazione…”.

 

Insiste Franco nel sottolineare che “il San Benedetto di Alatri va potenziato, considerato il ruolo che svolge. Siamo consapevoli delle grandi risorse umane di cui dispone il nosocomio ma i medici devono essere messi in condizione di operare al meglio”.

 

L’ospedale poiché privo di reparto di rianimazione e terapia intensiva non può svolgere interventi anche di media difficoltà. Molti pazienti vengono dirottati in altri ospedali. Si dice: l’ospedale di Frosinone è a due passi. Vero, ma lo Spaziani non riesce a dare risposte neppure ai suoi utenti figuriamoci se dovesse rispondere alle esigenze dell’intera provincia.

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Commenti: 3
  • #1

    Maurizio (venerdì, 09 maggio 2014 13:20)

    Colgo l'occasione per confermare che ad Alatri i miei genitori hanno avuto il massimo delle cure e dell'attenzione da parte dei sanitari, a Frosinone li ho persi entrambi. A nulla sono valse le mie giuste rimostranze, hanno avuto come risposta solo le scuse scritte da parte di quella direzione. Sarà cambiato qualcosa? Anzi colgo l'occasione per evidenziare che in lungo degenza credo si lasci questo mondo troppo spesso, sarà solo per vecchiaia?
    Sarebbero utili altre impressioni. Grazie

  • #2

    blueyes (domenica, 11 maggio 2014 07:48)

    Io non credo di ritornare mai più all' ospedale di Alatri invece. Un mese fà ho avuto improvvisamente nella notte dei fortissimi dolori lancinanti al petto. Portatomi mia moglie all' ospedale di Alatri un' infermiera (e non un dottore) descritto i problemi che avevo mi ha somministrato del toraton per alleviare i dolori dicendomi che il dolore era dovuto a una semplice mal digestione; dunque mi hanno rimandato a casa senza farmi neppure accertamenti del caso, ad eccezione dell' elettrocardiogramma. La mattina successiva i dolori e coliche sono riniziati e recandomi dal mio medico di base, descrittogli i dolori, immediatamente mi ha messo la sua mano sul fianco destro e mi ha fatto una ecografia. Alla fine è risultatocalcoli alla cistifellea in fase acuta. Il giorno dopo mi hanno ricoverato e successivamente operato al policlinico Federico II di Napoli.

  • #3

    Maurizio X Bluyes (domenica, 11 maggio 2014 10:26)

    Comprendo il tuo stato d'animo per la situazione che hai descritto ma credo fosse un tuo diritto pretendere la presenza di un medico e non di una infermiera. Ti dico questo perché se ognuno quandi rivela delle carenze le segnala per iscritto, sempre, e non come spesso accade sbraitando nei corridoi o raccontandole al bar con gli amici, probabilmente le cose potrebbero migliorare e si potrebbe essere d'aiuto anche a quegli operatori sanitari che con sacrificio cercano di far bene il loro dovere ma si imbattono tutti i giorni con carenze che anche loro sono costretti a subire.
    Diamo in esempio di civiltà a chi ci vuole costringere a subire solamente.