Una commissione contro il "saccheggio archeologico"

Una commissione di esperti per arginare il saccheggio del patrimonio archeologico a chiederlo è la consulta delle associazioni che da anni denuncia comportamenti e decisioni della Soprintendenza Archeologica per il Lazio mai messe in discussione dagli amministratori locali.

 

Infatti gli amministratori che si sono succeduti, negli ultimi venti anni, alla guida del Capoluogo, hanno sempre accolto senza alcuna obiezione le decisioni della Soprintendenza anche quando i fatti necessitavano approfondimenti, trincerandosi dietro l’ “insindacabilità”  delle decisioni dell’ente sovraordinato.

 

A partire dagli anni novanta in diverse aree della città (Fontanelle, via Aldo Moro-ascensore inclinato, De Matthaeis, via Vado del Tufo, Selva dei Muli) sono stati rinvenuti beni archeologici che testimoniano insediamenti nella Città, riferibili a un arco temporale che va dalla preistoria fino all’epoca romana.

 

A tutt’oggi la Soprintendenza, organo preposto alla tutela, valorizzazione e fruizione dei beni, non ha proceduto alla completa catalogazione dei reperti e tutela dei siti.

 

E’ corretto non aver catalogato i reperti rinvenuti al fine di far conoscere alla collettività quali e quanti siano stati? Dove sono le relazioni finali e i giornali di scavo compilati da tutti gli archeologi che hanno diretto gli scavi nella nostra Città per conto della Soprintendenza?

 

In particolare da anni le attenzioni delle associazioni si sono concentrate sull’area archeologica attigua alla Villa Comunale ed è stato elaborato un dossier su quanto avvenuto in quella zona.

 

Nel 2008 la Soprintendenza ha autorizzato la realizzazione di un parcheggio a raso con delle prescrizioni sui resti archeologici delle Terme Romane in attesa dei fondi per la loro valorizzazione e riscoperta. In seguito all’azione delle associazioni sono stati apposti i vincoli diretto e indiretto nell’area in cui è stato rinvenuto l’impianto termale di epoca romana.

 

Nel 2011 sono iniziati gli scavi archeologici nell’area attigua a quella in cui sono state ritrovate le Terme Romane, la particella 159 interessata dall’iniziativa edificatoria I Portici. Proprio al confine con il parcheggio che copre le Terme Romane, all’inizio della particella 159, è rimasta un’area non scavata dalla Soprintendenza archeologica.  

 

Ma dove sono gli esiti delle indagini geognostiche che sarebbero state effettuate sulla particella 159? Se in quell’area si estendessero le strutture delle Terme Romane, ciò consentirebbe l’estensione del vincolo indiretto e quindi l’inedificabilità dell’area.

 

Le associazioni invitano quindi il sindaco a valutare l’opportunità di chiedere nuovi accertamenti sulla porzione della particella 159 non oggetto di scavo e sul rilascio del nulla osta archeologico sull’intera area.

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Commenti: 2
  • #1

    INDIGNATO (giovedì, 26 giugno 2014 13:09)

    in ogni campo:stadio,archeologia,costruzioni,acqua,immondizia,appalti,lavoro ed interessi vari,si possono fare tutte le domande che si vogliono,sarà sempre palesemente chiaro Chi e Dove si è schierati!!!MEDITARE!

  • #2

    un lettore (venerdì, 27 giugno 2014 20:27)

    Ma se ci fanno costruire su' figuriamoci se a loro frega che rubano reperti archeologici. ANIMALI BISOGNA SFRUTTARE QUESTE RICCHEZZE FARNE UN BENE PREZIOSO PER LA CITTA' DI FROSINONE.