Il Futuro della Sanità. Ma si discute senza la Regione

I quattro ospedali della provincia resteranno, non subiranno depotenziamenti”. Lo ha affermato senza mezzi termini Isabella Mastrobuono. Il manager della Asl di Frosinone ha però sottolineato che c’è bisogno di specializzazione. “Non è giusto che tutti facciano le stesse cose. La specializzazione deve essere garantita perché è la mancanza della specializzazione che provoca le fughe dei pazienti oltre provincia o addirittura oltre regione”.

 

Proprio il tema della mobilità passiva è stata al centro della discussione che si è tenuta presso la Asl del capoluogo. Il confronto sul futuro della sanità locale ha riunito tutti (mancavano in verità i rappresentanti tecnici e politici della regione). Il 40% dei pazienti va a farsi curare fuori provincia (48% secondo i dati della Mastrobuono). Perché?

 

Secondo il manager Asl altrove la sanità è più organizzata e riesce a mettere in pratica modelli organizzativi più aperti: la gente entra la mattina ed esce il pomeriggio dalle strutture sanitarie, mentre a Frosinone c’è ancora la tendenza al ricovero ordinario. “Ci sono tante patologie che invece possono essere trattate diversamente”.

 

In provincia di Frosinone si è cominciato questo cambiamento ma siamo ancora all’inizio. “Il guaio qual è? – Dice la Mastrobuono -  è che questo non è visibile ai vostri occhi oggi, perché il Lazio ha cominciato adesso a fare questo discorso. Quello che abbiamo costruito lo si vedrà tra qualche anno.Quello che abbiamo realizzato a Pontecorvo (ndr: la casa della salute) verrà fuori anche a Ceccano, a Ceprano a Ferentino, Anagni, ad Isola del  Liri e ad Atina. L’ospice pubblico è fondamentale”

Quali possono essere le specializzazioni per gli ospedali? Un’unità di terapia sub intensiva per il trattamento neurologico  degli ictus. L’ospedale di Frosinone potrebbe trarne vantaggio anche per chiedere poi di diventare un Dea di secondo livello. Per Sora si è detto già nei giorni scorsi si può pensare ad un polo oncologico…

 

Il discorso della Mastrobuono è stato però criticato dal commissario dell’amministrazione provinciale. Giuseppe Patrizi ha detto: “Vorrei che si dicesse: Siamo in sofferenza però dietro l’angolo succede questo. Quando si dice c’è un piano di rientro, un piano di rientro funziona quando si riducono i costi ma non a discapito dei servizi. E comunque si deve mettere su carta che tra un anno o due, questi problemi verranno risolti in questo modo…”.

 

“Facciamo una pianificazione chiara, seria. Come avviene il piano di rientro? Attraverso quali azioni? Perché se avviene attraverso un taglio dei servizi quello non è un piano di rientro ma è una riduzione della qualità. Condivido le scelte della regione Lazio ma vogliamo la pianificazione”.

 

Una domanda alla quale la Mastrobuono non ha risposto. D’altronde, come abbiamo detto, all’incontro mancavano proprio coloro che prendono le decisioni serie anche sulla sanità provinciale. Gli stessi che non si sono presentati  nell’ultimo consiglio comunale aperto tenutosi al comune di Frosinone. La regione insomma è assente ingiustificata.

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