Procura false attestazioni per avere il permesso di soggiorno

Chiude la propria azienda edile nel 2011 ma ne avvia un’altra più redditizia destinata al rilascio di documentazione falsa ceduta a cittadini stranieri al fine di ottenere il permesso di soggiorno.

 

Questo è quanto emerso a seguito di controlli della Polizia di Stato in materia di rilascio di permessi di soggiorno nei confronti di un cittadino pontino.

 

L’uomo 57enne, con precedenti penali per truffa, falso, associazione a delinquere, calunnia, concorso in furto e ricettazione, aveva messo su un vero e proprio commercio di documenti falsi,  quali fittizi contratti di lavoro a tempo indeterminato, modelli UNILAV e buste paga che cedeva a stranieri in cambio di somme di denaro che andavano da 700 a 1.000 euro.

 

Un vero e proprio giro d’affari attraverso il quale il 57enne era riuscito a fare regolarizzare 8 cittadini extracomunitari.

 

L’uomo è stato denunciato dal personale dell’Ufficio Immigrazione e dovrà rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

Arresti domiciliari per una banda di ventenni estorsori

Poco più che ventenni con precedenti per usura ed estorsione hanno agito in concorso per ottenere, a più riprese, la somma di 5.000 euro e la cessione di un’automobile.

 

Tutto nasce da una provocata lite con un ragazzo di Cassino al quale addebitano inesistenti lesioni subite per rivendicare, a titolo risarcitorio, la somma bonaria di 3.000 euro.

 

L’accordo raggiunto viene però disatteso dal terzetto che in più occasioni ha elevato la richiesta risarcitoria.

 

Richieste continue di somme di denaro e la sottoscrizione coatta di un contratto di vendita dell’automobile intestata al padre della vittima, tutto dietro ripetute minacce nei confronti della vittima, della sorella e della sua fidanzata. Un interminabile stillicidio che si conclude con una denuncia del ragazzo.

 

Partono le indagini che consentono questa mattina di eseguire nei confronti dei componenti la banda tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

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