Isola del Liri. Una bomba ecologica cielo aperto

Una bomba ecologica a cielo aperto sebbene erba e rovi cercano di coprire i fusti o altro materiale che si vedono dall’alto e che coprono ciò che si nasconde sotto terra. Parliamo della Discarica di Ravanduolo ad Isola del Liri.

 

La discarica nacque quando, 20 anni fa, la cittadina si trovò ad affrontare una grave emergenza rifiuti. Il comune stipulò allora un primo accordo che prevedeva il pagamento di un fitto e di spese per la manutenzione. Un contratto tra il Comune di Isola del Liri ed i proprietari dell’area.

Dieci anni fa, fu dichiarato che sull’area insistevano superamenti e stato di contaminazione gravi, tant’è che lo stesso Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, dopo verifiche,  il 23 ottobre 2003 attuava il Decreto “GU Serie Generale n.26 del 2-2-2004” di “Perimetrazione del sito di interesse nazionale di Frosinone nel quale inseriva tra i punti “Considerate  l'urgenza  e  l’opportunità  di  avviare  comunque le procedure…”.

 

Era quindi importante sia per la privata e pubblica incolumità dei cittadini, sia per la tutela del territorio isolano verificare e procedere entro breve tempo. Poi, dopo soli 6 anni, un nuovo atto, la Regione Lazio provvedeva ad un programma d’interventi di bonifica, l’atto prevedeva anche un finanziamento.

 

Poi tutto un susseguirsi di vicende che hanno avuto tra i protagonisti principali l’Amministrazione Comunale, tra esposti, richieste e note negli archivi di vari Enti preposti, Atti regionali, ministeriali e sentenze di Tribunali. Oggi il sito torna d’attualità grazie alla denuncia del movimento cinque stelle che prefigura responsabilità politiche. “…per ben due  mandati amministrativi, fino al 2013,  ha partecipato all’attività politica del paese anche in veste di Assessore, proprio un proprietario del sito in questione”.

 

“Non è concepibile, e ne vogliamo pensare che forse c’è qualcuno che vuole mettere a tacere, cercando di sotterrare la verità su questa discarica”. È sempre il M5S che ricorda un’altra deliberazione della giunta regionale del dicembre 2012 nella quale si prevedono le bonifiche dei siti contaminati compreso quello di Ravanduolo.

 

“Preoccupante è, non solo che in questo atto ancora si legge “in corso di esecuzione” sebbene l’urgenza era già menzionata nel primo Decreto di 10 anni fa, ma che nessuno più ne parla, eppure passando di li si vedono fusti e rifiuti ingombranti di varia natura, prova che la bonifica non è stata ultimata”.  Il problema è che ovviamente più passa il tempo e più  qualsiasi fattore inquinante si inserisce nel terreno e si irradia tutto intorno fino ad arrivare sotto le abitazioni, sotto il campo sportivo e nelle falde acquifere e fino a far ammalare le persone.

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