Una Collina di Rifiuti

Vere e proprie colline di materiali di scarto di vario tipo, tra cui rifiuti speciali e pericolosi, oltre a evidenti e copiosi sversamenti sono state scoperte all'interno di una cartiera di Sora. Lo stabilimento ed il terreno interessato è stato sequestrato dal Nipaf (Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale  di Frosinone e la rappresentante legale dell'azienda è stata denunciata per gestione non autorizzata di rifiuti, scarichi illeciti di acque reflue ed emissioni in atmosfera senza autorizzazione.

L'impresa, di fatto, avrebbe smaltito grandi quantità di rifiuti anche di natura diversa da quella relativa al proprio ciclo produttivo. Parte di essi risultavano interrati e venivano ammassati in cataste che  aggiungevano gli oltre 15mila metri quadrati di volume.

Il contesto in cui è inserito l'impianto è di grande pregio naturalistico, in prossimità del fiume Fibreno ed a ridosso della zona sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale. In particolare la zona è indicata tra le aree sensibili per il piano Regionale della Tutela delle Acque, e la modalità con cui avveniva lo stoccaggio abusivo dei rifiuti pone seri dubbi sul possibile inquinamento delle falde.

Dai sopralluoghi effettuati in collaborazione con il Nucleo di Polizia Ambientale Provinciale di Frosinone, sono emerse tre distinte zone in cui venivano raccolti ingenti rifiuti ferrosi, plastici e legnosi, abbandonati in maniera incontrollata. Le strutture dell'impresa sono risultate fatiscenti e con coperture in eternit, nelle zone di scarico i materiali erano in parte interrati, lasciando presumere la presenza di ulteriori quantità di rifiuti nelle zone immediatamente sottostanti.

Sono risultate assenti le impermeabilizzazioni necessarie a contenere i liquami che percolano, attualmente nel terreno, discendendo fino alla zona boscata e in quella antistante il fiume Fibreno. Oltre ai residui interrati e al percolato sono evidenti le tracce di combustione che generano conseguenti emissioni nell'atmosfera la cui pericolosità è stata riscontrata anche grazie all'intervento dell'ARPA del Lazio.

Sono al vaglio degli investigatori ulteriori verifiche per accertare le conseguenze della percolazione dei liquami causato dalle precipitazioni atmosferiche e l'entità del danno ambientale provocato dallo smaltimento illecito protratto nel tempo.

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Commenti: 6
  • #1

    un lettore (martedì, 21 aprile 2015 20:18)

    Cosa dire: Che Schifo.

  • #2

    Franco (mercoledì, 22 aprile 2015 09:11)

    Tutti a spararsi la posa. Mentre accadeva tutto questo, per anni, i preposti ad evitare tutto ciò dov'erano?

  • #3

    Tonia (mercoledì, 22 aprile 2015 18:33)

    Secondo te dov erano ????

  • #4

    Franco (mercoledì, 22 aprile 2015 20:35)

    Passavano di la' ma erano girati dall'altra parte e con le mani si turavano pure il naso, sbaglio?

  • #5

    Tonia (giovedì, 23 aprile 2015 11:28)

    Caro franco questo si chiama t acido accordo ....

  • #6

    Lettore (venerdì, 24 aprile 2015 09:11)

    Queste montagne non si fanno in due giorni, ci vogliono mesi e forse anni. Ma i controlli e la vigilanza del territorio comunale, le autorizzazioni, chi le fa?