Scuola Studenti Ancora in Piazza

Studenti in piazza ad Alatri (foto Michela Fagiolo)
Studenti in piazza ad Alatri (foto Michela Fagiolo)

In decine migliaia sono scesi in piazza in tutta Italia per protestare contro la riforma della scuola.

 

La scuola si mobilita in toto. L'adesione, secondo i sindacati, ha sfiorato quasi l'80%. Docenti e studenti insieme, in 25mila solo a Roma, ma le manifestazioni si sono susseguite in sette grandi città italiane.

 

Sette anche i pullman che sono partiti dalla Ciociaria per raggiungere la capitale.

 

Ma la protesta non si è esaurita. Anche oggi in diverse scuole ciociare ci sono stati scioperi e manifestazioni.


Le immagini si riferiscono ad Alatri dove gli studenti hanno attuato una singolare forma di protesta al di fuori dell’istituto Conti Gentili. “Siamo in piazza –affermano - per dire no ai provvedimenti sulla Buona Scuola, per ribadire la nostra totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma”.

 

“Scuola e università non sono in vendita” questo uno dei tanti slogan gridati nelle piazze e che rischiano di tornare a riecheggiare anche nei prossimi giorni perché la battaglia è al di la dal essere conclusa.

 

Gli studenti, ma anche i professori non vogliono che il nuovo modello d’istruzione trasformi le scuole in aziende, non si deve mettere in dubbio, come fece a suo tempo la Gelmini, il carattere pubblico dell’istruzione.

 

Giuseppe Cirelli, Segretario Generale della Rete degli Studenti Medi del Lazio è chiaro: “Siamo in piazza contro la Buona Scuola, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori in questo sciopero generale perché tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il DDL Buona Scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze.

 

Dobbiamo combattere quest’idea di scuola-azienda tutta volta alla competizione e alla selezione, finanziata dai privati e comandata da un preside-manager, perché limita la libertà di docenti, personale, studenti e famiglie e ferisce mortalmente l’idea di una scuola inclusiva e capace di essere il motore dello sviluppo del Paese”.

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