Caligiore, Virtù e Fortuna

Virtù e Fortuna. Secondo Machiavelli la fortuna incide per il 50% sul destino dell’uomo. Il restante 50% è lasciato alla sue capacità.

 

Roberto Caligiore, sindaco di Ceccano, ha saputo sfruttare il momento storico favorevole: in tutta Italia la gente è stanca dei politici disonesti, e della politica degli inciuci.

 

La provincia di Frosinone non fa eccezione. Ad Anagni governa un carabiniere a Ceprano un poliziotto, a Ceccano un altro carabiniere. C’è bisogno di legalità, di onestà. C’è bisogno anche di decisioni, quelle che la politica degli imbrogli, dei veti incrociati ha impedito per anni. Anche a Ceccano è andata così.

 

Secondo il sindaco carabiniere: “il centro sinistra non ha capito che le elezioni del 2012 rappresentavano l’ultima spiaggia. L’elezione della Maliziola è stato il “Canto del Cigno”. Il popolo ceccanese era stanco”.

 

Quindi è stato fortunato. Si è trovato una situazione politica favorevole. “la fortuna va anche ricercata. Io sono stato il primo a capire che non era più il tempo dei partiti. Per questo non ho voluto l’appoggio di alcun simbolo. Nei miei comizi, sul palco, non è mai salito un “papavero”, un rappresentante delle istituzioni”.

 

Ma il precedente sindaco è stato “buttato giù” dai suoi stessi sostenitori. “Un atto di dignità dopo tantissimi anni di malgoverno”.

 

Quando si è insediato che situazione ha trovato? “Quando sono arrivato ho trovato una macchina amministrativa che non funzionava perché non aveva alcuna direttiva politica. Il comune era immobile”.

 

Però ha trovato un bilancio sano, tant’è che lo avete appena approvato. “Sano grazie al commissario. Il vice prefetto, Edoardo D'Alascio, ha avuto la forza di tagliare i rami secchi. Penso all’università della Chimica alla Badia. Il comune ha speso un milione di euro, ma la spesa non ha portato nessun beneficio. Adesso stiamo risparmiando 50 mila euro all’anno. Stesso dicasi per i locali  del Csm (centro salute mentale) anche li pagavamo 32-35 mila euro all’anno senza che ci fosse niente. Poi considerate che, grazie al fatto che sindaco e giunta sono professionisti, per i compensi, il comune risparmia circa 50 mila euro in sei mesi”.

 

Ma è un bilancio veritiero quello che avete appena approvato? “Che sia così lo dimostra il fatto che i revisori dei conti, finalmente dopo anni, sono stati estratti a sorte e non scelti dalla politica. Ebbene la relazione dei revisori ha convalidato in pieno le scelte fatte in bilancio”.

 

In Campagna elettorale uno dei suoi cavalli di battaglia è stata la lotta ad Acea. Come si muoverà adesso, da Sindaco? “abbiamo una posizione critica. Acea non ha fatto gli investimenti che avrebbe dovuto fare sul territorio. Deve oltre 800 mila euro al comune di Ceccano solo di oneri concessori ed abbiamo intenzione di farceli dare. Inoltre in consiglio comunale abbiamo già votato per la risoluzione del contratto con l’attuale gestore. È la prima volta che questo succede, siamo l’unico comune ciociaro con oltre 15 mila abitanti ad aver votato in tal senso”.

 

Parliamo di Sanità. Casa della salute a Ceccano, città scelta anche per le rems. “La scelta fatta della regione di posizionare una rems (residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) a Ceccano comunque ci favorirà in termini di occupazione. Inoltre sarà finalmente abbattuto quel mostro di cemento armato che da anni fa bella mostra di sé, l’incompiuta”.

 

Ma i lavori quando si faranno? “Il prossimo sette settembre ho un appuntamento con la Mastrobuono. Voglio capire bene la posizione della manager e della regione in proposito ai tempi di realizzazione delle varie strutture sul territorio di Ceccano.”

 

Sul fronte lavoro invece ci doveva essere una riunione in provincia per chiedere un incontro al Mise (ministero sviluppo economico) per L’Ilva dove erano impiegati anche cittadini di Ceccano. Ma la riunione non si è mai fatta. “È vero. Domani chiamerò al senatore Francesco Scalia e lo esorterò ad ottenere al più presto questo benedetto incontro al ministero”.

 

L’Ambiente ha sempre rappresentato la nota dolens di Ceccano. La centralina dell’Arpa rileva livelli di inquinamento quasi pari a quelli di Frosinone, maglia nera in termini di Pm10. Poi c’è l’inquinamento della Valle del Sacco, un fiume che attraversa la città.Abbiamo intenzione di strutturare un Ufficio Ambiente che avrà il compito di monitorare la situazione costantemente ed un Ufficio Europa per avere accesso ai fondi. Cominciamo a lavorare su progetti ambientali per il recupero dei terreni”.

 

La cultura? “Vogliamo ridare una nuova veste al Castello dei Conti farne un museo dove vogliamo riscoprire anche l’era medievale. Abbiamo dei contatti con l’ordine dei Cavalieri di Malta. Vogliamo portare un museo dell’ordine qui a Ceccano. A Castel Sindici siamo riusciti a salvare dei vitigni. Poi abbiamo finalmente un assessore che si intende di cultura”.

 

Chi? Gizzi, è la stessa persona che andò in piazza a bruciare libri? Bruciò il libro di Dan Brown (Il Codice da Vinci) perché credeva nella cristianità e quel libro andava contro… Quindi era un libro da bruciare? Bruciare il libro era un segnale politico, chi fa politica a volte deve fare gesti forti. Comunque Stefano Gizzi ha bruciato un libro, ma ne ha scritti anche diversi”.

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Commenti: 2
  • #1

    banana republic (lunedì, 24 agosto 2015 14:02)


    C'é poco da compiacersi nel passare dalla prospettiva ampia della funzione Politica ("P" maiuscola) a quella ristretta e cupa della repressione poliziesca...il governo della cittadinanza in chiave Costituzionale dell'ambito sociale, economico e culturale implica qualcosa in più delle nozioni della "libretta".

    Lo stato di polizia prevede di applicare la dura legge ai comuni mortali e il diritto dei 3 gradi di giudizio+prescrizione alle élite.

    Chi sta lassù e vuole continuare indisturbato a "magnà a quattro ganasse" deve distrarre la ggente che sta quaggiù con le emergenze, spesso create ad hoc da gente del mondo di mezzo alla Carminati, Gelli e Mussolini.

    "C'hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame" Faber

  • #2

    Ugo (lunedì, 24 agosto 2015 14:41)

    Bruciare libri è un gesto "forte"? Esattamente il contrario : vile e stupudo.
    p.s. : faccio presente che pure "quelli della Uno bianca" erano poliziotti, c'andrei cauto con gli ... entusiasmi.