Edilizia ancora al Palo

L’economia italiana nel 2015 è tornata a crescere e così pure l’edilizia. In provincia di Frosinone però siamo ancora al palo. I dati della Cassa Edile di Frosinone dell’anno finanziario 2014/2015 portano un ulteriore segno meno rispetto a quelli dell’anno precedente.

 

Vi è stata una diminuzione della massa salari Cassa Edile del 3,08%. Sempre nell’anno di riferimento, è stata riscontrata una riduzione delle imprese attive del -6,65%, con la chiusura di 96 imprese del settore.

 

Una situazione davvero sconcertante se si pensa che le imprese edili della Ciociaria sono altamente quotate per la professionalità, la competenza e soprattutto perché sono tra le poche che portano a termine i lavori intrapresi.

 

Eppure anche i dati riferiti all’occupazione fanno registrare un segno meno. Prima della gravissima crisi economica l’industria delle costruzioni raggiungeva un livello pari a circa il 20% del PIL della Provincia di Frosinone. Il numero dei lavoratori nell’ultimo anno finanziario è diminuito del 7,51%, in pratica hanno perso il lavoro 484 operai. Unica consolazione: l’ultimo trimestre 2015 ha fatto registrare una lieve ripresa del numero delle ore lavorate nel settore.

Ance Frosinone si sta battendo per attuare misure per il contenimento del costo del lavoro, sia per supportare le imprese edili che sono sottoposte ad oneri superiori rispetto ad altri settori merceologici, sia per garantire  i livelli occupazionali e preservare così maestranze e professionalità tipiche del territorio.

 

Tuttavia anche la conformazione delle aziende locali non lascia molti margini. Si tratta di piccole e medie per circa il 90% del tessuto imprenditoriale. Difficile quindi riuscire a sbarcare nel mercato estero. Chi c'è riuscito ha trovato profitti insperati. Difficile pure l’accesso al credito: le banche chiedono sempre più garanzie e la pubblica amministrazione continua ad essere un cattivo pagatore.

 

C’è bisogno di ridefinire  le strategie aziendali e di politiche che favoriscano lavori di efficientamento energetico, qualità, sicurezza, innovazione. A livello nazionale da ormai sette anni i finanziamenti bancari per intraprendere nuovi investimenti nel campo immobiliare sono in diminuzione. Nel primo semestre 2015 le erogazioni di nuovi mutui per investimenti residenziali sono ancora in calo: -13,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dopo un 2014 durante il quale le erogazioni in tale comparto erano ulteriormente diminuite del 18,3%.

 

La riduzione dei finanziamenti a cui si è assistito nel settore residenziale è stata fortissima. Basti pensare che si è passati dai 31,5 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 9 miliardi nel 2014, una diminuzione di oltre il 70%. Effettuando un’analisi di più lungo periodo e confrontando i diversi comparti finanziati dal credito bancario, emerge che il settore delle costruzioni è stato quello che più di tutti ha subìto la forte restrizione delle erogazioni di finanziamenti.

 

Accesso al credito. Anche a livello provinciale si riscontrano ancora gravissime difficoltà nell’accesso al credito sia da parte delle imprese sia da parte delle famiglie. Ance Frosinone ha aderito all’iniziativa “Insieme per ripartire” promossa da UNINDUSTRIA con l’acquisto di una quota pari ad € 200.000,00 di c.d. Bond territoriali al fine di facilitare il finanziamento delle Imprese locali e supportare il settore in questo momento di crisi. Inoltre presso la Cassa Edile di Frosinone è stato istituito ormai da tre anni un Fondo di garanzia di € 500.000,00 che, con il supporto di Fidimpresa Lazio, è destinato a supportare le imprese nel pagamento degli oneri contributivi dei lavoratori.

 

Mercato immobiliare. Questi gli strumenti che vedono primeggiare la provincia a livello nazionale. Purtroppo anche il mercato immobiliare continua ad essere stagnante. L’analisi del Disegno di Legge di Stabilità per il 2016 porta a stimare un aumento degli stanziamenti per nuove infrastrutture nel 2016 del 4,5% in termini reali rispetto al 2015. Sono previsti investimenti importanti da parte di Anas e Ferrovie che, tuttavia, non incidono direttamente sul territorio Provinciale.

 

“In Provincia resta altissima l’attenzione sul problema degli investimenti per scuole, messa in sicurezza del territorio, rigenerazione urbana, infrastrutture”. La denuncia arriva dal presidente dell’Ance provinciale Domenico Paglia: “Gravi ed irrisolti problemi sono sotto gli occhi di tutti. Il viadotto Biondi è una testimonianza diretta della gravità della situazione. E purtroppo questo non è altro che un esempio”.

 

È vero che Nei primi dieci mesi del 2015, secondo il monitoraggio Ance-Infoplus, sono stati pubblicati quasi 14.000 bandi di gara per lavori pubblici per 16,2 miliardi di importo.  Ma L’aumento ha interessato soprattutto bandi di importo superiore ai 100 MLN di euro. Bandi per i quali le piccole e medie imprese ciociare non possono partecipare per loro stessa costituzione. “Investimenti di questa entità – dice Paglia - sono difficili da intercettare per le piccole e medie Imprese, che rappresentano la stragrande maggioranza dell’industria edile.

Scrivi commento

Commenti: 5
  • #1

    franco (sabato, 09 gennaio 2016 07:53)

    Se il valore degli immobili e' sceso di oltre il 20%, i costi delle progettazioni ed autorizzazioni e' salito s proporzionalmente e' chiaro che non si costruisce più. Chi investirebbe a rimetterci? Ormai si fanno solamente piccole ristrutturazioni che non comportano grandi investimenti.

  • #2

    Piccolo risparmiatore di banca locale. (sabato, 09 gennaio 2016 11:42)

    Non solo ... Le banche locali non si fidano più di certi individui ... viste le sole ricevute in passato ... e fanno bene xche' a FR i risparmiatori non vogliono fare la fine delle QUATTRO BANCHE che hanno già avuto problemi.
    PS: " mezza cucchiara" ... se li hai i soldi investi con i tuoi senza fare ricorso ai NS. nelle banche locali di FR .... se non li hai cala sta boria.

  • #3

    Piccolo risparmiatore di banca locale. (sabato, 09 gennaio 2016 12:23)

    ..... continuo da comm.2 ..... I soggetti preposti di cui sopra, Ance e quant'altro nella persona dell'amico Paglia o chicchessia ... se credono in una ripresa aprano la strada di concerto con la politica ... agli imprenditori SANI ... Xche' ci sono ... le mezze cucchiare adoperiamole per altro.

  • #4

    ... (sabato, 09 gennaio 2016 13:25)

    Ogni volta che si presenta un progetto di costruzione edilizia i comuni si leccano i baffi. Gli oneri da pagare prima ancora di iniziare superano il 20% delle spese totali di costruzione oltre alla progettazione ed a quello che si pagherà a costruzione ultimata. E poi c'è la prendiamo con gli zingari...

  • #5

    cittadino (domenica, 10 gennaio 2016 10:34)

    E' chiaro che non se ne viene fuori, si individuano problematiche che non esistono. Quello che non rimette in moto l'edilizia non sono le banche che non concedono mutui, sono i cittadini che non li chiedono. I costi di realizzazione prima e di gestione poi sono esagerati ed eccessivi. Chi è che va a chiedere soldi alle banche per costruirsi un qualcosa che gli produrrà solamente delle passività. E' lo stato che deve abbassare i costi di gestione degli immobili e ridare un valore ed un senso alla proprietà altrimenti si continua a fare la caccia alle streghe che non ci sono.