Ha ucciso la sua fidanzata 22enne prima strangolandola e poi passandole sopra con l’auto.
Quindi l’ha sepolta in una pinetina.
E questo solo perché una “voce” l’aveva spinto a farlo. Una voce che è tornata a farsi viva. Tanto che l’uomo stava per commettere ancora un altro omicidio.
Questa volta all’interno dell’ospedale di Cassino dove era temporaneamente ricoverato. In questo caso si è spostato nella stanza attigua alla sua dove, approfittando dell’assenza dei sanitari, si è avventato su una paziente e, mettendole le mani alla gola, ha cercato di strangolarla. Solo grazie alle urla della malcapitata e l’intervento immediato di alcuni sanitari si è scongiurato un epilogo drammatico.
Protagonista un 46enne di Aprilia. Già giudicato insano di mente per l’omicidio della fidanzata nel 1998. Ora per questo secondo episodio il giudice del tribunale di Cassino ha messo un ordine di carcerazione cautelare per tentato omicidio della donna ricoverata in ospedale. Quest’ultima, una 68enne, era ancora visibilmente scossa anche all’arrivo dei carabinieri che hanno immobilizzato lo squilibrato. Lui, ancora al momento del fermo, si rifiutava di rientrare nella comunità di Roccasecca, dove era ospitato, minacciando altrimenti di uccidere una delle ospiti. Ora è stato rinchiuso nel carcere di Cassino.
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La legge... (sabato, 02 aprile 2016 16:39)
Eh, allora vediamo se riesco a capire: dunque, un tizio strangola la fidanzata. Successivamente le passa sopra con l'auto e dopo la seppellisce in una pineta. Tutto ciò perché una voce glielo avrebbe intimato. La domanda è, questo essere vivente ha la libertà di vagare in un ospedale dove avrebbe avuto la possibilità di uccidere ancora? Ma i magistrati prima di decidere non pensano che anche i loro figli potrebbero dover fare che so, le tonsille, un'appendicite etc?
Se non ci pensa la legge a difenderci da questi esseri viventi cosa dobbiamo sperare? Che la voce la prossima volta gli dica buttati dall'ultimo piano?