Un Feto nelle Tubature

Sembrava solo l’ostruzione di una tubatura, ma quando i tecnici si sono messi a lavoro quello che hanno trovato è stato raccapricciante.

 

Ad ostruire le tubature infatti altro non era che un feto, gettato nel bagno. Un aborto clandestino svelato dal problema delle tubature.

 

È accaduto a Ferentino ieri mattina. Lo scarico non funzionava, l’acqua non defluiva. Quindi la chiamata dell’auto spurgo per sistemare le tubazioni. I tecnici quando hanno visto che si trattava di un feto, hanno quindi bloccato i lavori ed hanno chiamato la polizia. In poco tempo è stata avvisata anche la procura.

 

Non c’è voluto molto agli investigatori per risalire alla giovane rumena che abitava nella palazzina e che probabilmente stava portando avanti una gravidanza non voluta. Lei ha fatto alcune dichiarazioni, poi, quando è stato evidente che il suo ruolo si stava trasformando da testimone ad indagata è stata invitata ad avvalersi di un avvocato. Così è stato.

 

A questo punto la procura ha anche disposto una perquisizione in casa della donna. Così è stato sequestrato diverso materiale tra cui famarci che potrebbero aver indotto l’espulsione del feto. Per il momento la ventenne rumena risulta la sola indagata. Nessun accusa nei confronti del suo convivente che ha dichiarato di non saperne nulla. Saranno le indagini a far luce su tutti i particolari della vicenda ed in particolare sul fatto che si sia trattato di un aborto spontaneo o meno.

Dopo aver ascoltato le testimonianze dei tecnici dell'auto spurgo sono mersi particolari ancora più agghiaccianti sul ritrovamento del feto.

 

L’operaio aveva scoperto il fagotto ma, credendolo un semplice involucro di plastica, lo aveva abbandonato sul terreno e solo la pioggia, lavando il sudiciume, ha rivelato cosa fosse in realtà. 

 

L’attenzione degli investigatori si è concentrata sull’abitazione della giovane coppia, al cui interno sono stati rinvenuti dei farmaci normalmente utilizzati per gli aborti illegali, ossia praticati al di fuori del circuito sanitario. Il medicinale rinvenuto, in parte consumato, come effetto collaterale provoca proprio delle contrazioni e la conseguente perdita del feto. 

 

Nello stesso appartamento è stato ritrovato anche un biglietto di prenotazione presso un consultorio di Frosinone che rafforza l’ipotesi che fosse proprio la giovane donna – una ventenne rumena - ad avere avuto in tempi recenti una gravidanza, poi interrotta. 

 

Il feto, posto sotto sequestro presso l’obitorio dell’ospedale di Frosinone, sarà sottoposto agli accertamenti medico legali, sia per capire le cause dell’aborto sia per effettuare le comparazioni del DNA necessarie per individuare in modo incontrovertibile i genitori. Proprio in queste ore si sta svolgendo, negli Uffici della Procura della Repubblica di Frosinone, l’interrogatorio della donna. Le ipotesi in campo vanno dall’interruzione volontaria della gravidanza senza l’assistenza medica, che prevede la pena della reclusione fino a 6 mesi, all’induzione all’aborto, punita con la pena della reclusione fino a 3 anni.

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Commenti: 3
  • #1

    Luridi Assassini (giovedì, 10 novembre 2016 18:21)

    ...

  • #2

    Ahah (giovedì, 10 novembre 2016 20:49)

    Quali parole per un episodio del genere?
    Una triste vicenda nella quale si intersecano miserabilmente una varietà di ingredienti quali, miseria, ignoranza, degrado, difficile integrazione, annullamento delle aspettative, rassegnazione. Dare delle colpe? Tutti vorremmo, ma a chi? A chi prende una decisione del genere quando l' evento di una nascita dovrebbe essere la gioia più grande al mondo? La rabbia è tanta. E' una storia triste. Una delle tante e probabilmente venuta alla luce per la superficiale scelta. Magari di molte altre non se ne sa nulla. Una storia di disperazione. Di follia. Di assurdità. Purtroppo di realtà. Una brutta storia. Una storia che per un momento trafigge il nostro bel mondo plastico costruito e lustrato dalla pubblicità televisiva che ci promette felicità eterna e costante splendore. Un mondo che non esiste. Esiste invece la realtà. Quella che viene a galla solo con la cronaca a quanto pare. Ora, il punto non è dare 6 mesi oppure 3 anni di reclusione a questa ragazza. Il punto è: risolverebbe il problema? Difficile. Su cosa lavorare allora?

  • #3

    Age (sabato, 12 novembre 2016 09:19)

    I bambini non si toccano nemmeno con un dito, non voglio sapere il perché non me ne frega un c ...o, vorrei solo vedere questi due individui marcire in galera.