Edilizia, il Metro dell'Economia

Non ci sono investimenti e la ripresa tarda ad arrivare. È il grido d’allarme dell’edilizia ciociara. Nel 2016 hanno chiuso altre 86 imprese. Il 6% in meno (solo 2% se si considera il numero dei lavoratori disoccupati).

 

Di chi le responsabilità? L’Ance (Associazione dei Costruttori) punta il dito verso i comuni.

 

Gli uffici tecnici, a cominciare da quello del capoluogo, sono lenti a rilasciare le autorizzazioni a costruire. Spesso si devono attendere i tempi del silenzio assenso. Inoltre proprio gli enti locali, che avrebbero la possibilità di dare una mano al lavoro, restano a guardare. Persino lo studio realizzato cinque anni fa dall’ance sugli istituti scolastici da ristrutturare e da adeguare alle nuove normative antisismiche è stato lasciato cadere in un silenzio assordante. Chiaro il riferimento anche all’amministrazione provinciale.

 

Gli enti locali sono responsabili pure del ritardo dei pagamenti: quando le opere si fanno, passano anche 500 giorni prima che il lavoro sia pagato. Per questo l’Italia è stata spesso sanzionata dall’unione europea. Secondo la normativa vigente i tempi non dovrebbero andare oltre i 60 giorni. In questa situazione sono poche le imprese che riescono a restare sul mercato.

 

Tra l’altro c’è anche da considerare il non felice rapporto con le banche che ormai prestano soldi con difficoltà. La situazione non è molto migliorata neppure dopo i recenti accordi sia a livello locale che nazionale. L’Ance ci prova. Ha messo a garanzia anche un fondo di 500 mila euro per salvaguardare le imprese più deboli e dare pure a loro una capacità contrattuale più forte. Ma neppure la normativa  aiuta.

Al nuovo codice sugli appalti mancano i decreti attuativi e L’Anac (Autorità nazionale anti corruzione) non ha ancora emanato le linee guida. Difficile quindi lavorare in un contesto simile.

 

Eppure proprio il terremoto di questi giorni fa ripensare a quel enorme patrimonio immobiliare che ha bisogno di essere adeguato.

 

“Si creerebbe lavoro e Sicurezza insieme – Dice Domenico Paglia (in foto a dx) presidente di Ance Frosinone – basterebbe partire dalle scuole e da li via via tutti gli uffici pubblici”. Peccato che le amministrazioni pubbliche non hanno orecchie o voglia di intendere.

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Commenti: 3
  • #1

    pier luigi (venerdì, 20 gennaio 2017 16:44)

    tutta l'Italia ha bisogno di ADEGUAMENTI IDROGEOLOGICI E SISSMICI
    eSI RIPARTE ALLA GRANDE

  • #2

    ... (venerdì, 20 gennaio 2017 18:05)

    dimettetevi la responsabilità è anche vostra

  • #3

    X alex (domenica, 22 gennaio 2017 08:20)

    Bang,bang