Gloria. Le Indagini e la Lettera "Virale"

Massacrata di botte e lasciata senza vita sul ciglio della strada Monti Lepini.

 

L'assassino di Gloria Pompili, la giovane mamma uccisa a calci ed a colpi di bastone avrebbero le ore contate.

 

Gli investigatori infatti sarebbero

sulla buona strada e non si esclude che da qui a poco tempo si possa dare un nome ed un volto all'omicida. Gli inquirenti stanno anche vagliando l'ipotesi che a colpire la ragazza siano state più persone. Le indagini si starebbero concentrando sulle sue ultime ore di vita.

 

Gli investigatori hanno ascoltato parenti, amici e conoscenti, chiunque poteva essere utile a ricostruire gli ultimi istanti di vita di Gloria, ma anche la vita che conduceva abitualmente. Il cerchio si sta chiudendo intorno ai responsabili anche se sulla vicenda ovviamente c'è il più stretto riserbo.

 

A breve si attende una svolta nelle indagini. Intanto su Facebook la blogger Claudia Pepe immaginando di essere Gloria ha scritto una lettera raccontando tutto quello che le era capitato, fino all'epilogo del femminicidio. La missiva ricca di forti emozioni è diventata subito virale su Fb.

La Lettera "Virale"

Pochi giornali hanno parlato della mia morte. E allora lo faccio io perché la mia morte non deve essere dimenticata. Sono nata a Frosinone 23 anni fa e i miei genitori mi hanno chiamato Gloria. Ma nella mia vita la gloria non è arrivata neppure quando mi hanno ammazzato a calci e pugni.

 

La mia vita dal primo momento che ho potuto sfiorarla, mi ha fatto capire che per me non ci sarebbero stati sconti, non ci sarebbero stati sogni o desideri da accarezzare.

 

Dopo 7 anni i miei genitori, mi hanno affidato a una casa-famiglia, e poi per sfuggire alla mia solitudine, ho creduto di essere amata. Lo speravo tanto, quando insieme a quel ragazzo che mi sorrideva e veniva dalla Romania, ho fatto le due cose più belle della mia vita.

 

Due figli meravigliosi di 3 e 5 anni. Adesso che sono morta, non mi perdonerò mai che i miei due amati figli, mi abbiano vista morire adagiata sulle loro braccia, e non mi perdonerò mai, di non aver avuto il tempo di dir loro il bene sconfinato che gli ho voluto. Piango pensando che hanno perso l’unica persona a cui potevano appoggiarsi anche se le mie spalle erano fragili, l’unica persona che poteva accarezzarli anche se le mie mani tremavano. Ora loro saranno affidati a qualche famiglia come la loro mamma.

 

Ma una cosa non voglio: che si ricordino di me con le parole che hanno accompagnato la mia vita. “È morta una puttana, è morta una zoccola, è morta perché se l’è cercata”. Vivevo in un appartamento al terzo piano di una palazzina di Corso Lazio, con una mia parente di origine rom e un uomo di nazionalità egiziana. Loro gestiscono una rivendita di frutta e verdura sul litorale di Anzio.

 

Qualche volta ho avuto dei litigi con loro, un ceffone, dei lividi, ma io dovevo ringraziarli. Mi ospitavano insieme alle mie gioie, e qualche volta, dovevo chinare la testa perché puttana se lo merita. La mattina partivamo da Frosinone, a bordo della loro Bmw, e arrivavamo ad Anzio. Poi mi accompagnavano sulla Nettunense, dove vendevo un corpo che in quei momenti non era mio. Era di una ragazza morta ancor prima di sorridere per la prima volta.

 

Mi hanno ucciso tante volte ma questa volta mi hanno squarciato il corpo. Come dice Sergio Spera uno dei pochi che ha parlato della mia morte, io avevo una colpa gravissima. Facevo la puttana per vivere, e sono morta per femminicidio. Sono un’altra delle 700 e più donne uccise negli ultimi anni dalla violenza dei maschi. Ma non è la prima volta che muoio.

 

Sapete quante volta sono stata uccisa? Una per ogni volta che per strada mi guardavano con disprezzo pensando:” Che schifo”; Una per ogni volta che mi guardavano quando ero vestita per andare a vendere la mia anima e dicevano:” Che prostituta”; Una per ogni volta che quelle persone non vedevano le mie lacrime ma chiudevano la patta dei pantaloni e aprivano il portafogli; Una per ogni volta che nessuno vedeva oltre le mie cosce e i tacchi; Una per ogni volta che sentivo i giudizi, le sentenze su di me. E loro non lo sapevano, ma io cercavo di cantare. Cantavo la mia canzone preferita per sentire più forte la mia voce.


Ma voglio che sappiate e lo urlo ora che sono morta, che io sono stata una donna come le altre, anche se tante signore non hanno vissuto il mio inferno proprio in questo mondo. Anche io sognavo, anche io volevo un futuro diverso per me e i miei figli, volevo una casa mia, un lavoro che non mi facesse rimpiangere tutte le bugie che ho detto ai miei figli.

 

Io non sono stata una donna di serie A, ma una donna che non ha conosciuto l’alfabeto della società. Perché sono stata una puttana uccisa da un uomo che mi ha fracassato costole, fegato e milza. Forse non sono stata abbastanza brava, forse era troppo quello che chiedevo, forse dovevo essere più puttana.

 

Sono morta sulla strada dei Monti Lepini, all’altezza di Prossedi, mentre mangiavo il mio dolore e tenevo per mano i miei figli. Volevo tornare a casa, ma i miei occhi questa volta si sono chiusi per sempre. E non solo per chi mi ha ucciso a calci e pugni, ma per tutte le volte che il coltello si è affondato in me.

 

Claudia Pepe (in foto)

blogger presso
www.Huffingtonpost.it
Lettera43.it
alganews

Scrivi commento

Commenti: 8
  • #1

    Asc (mercoledì, 30 agosto 2017 11:02)

    Il genere umano sta rischiando il fondo.

  • #2

    Ahah (mercoledì, 30 agosto 2017 11:06)

    La GLORIA, l'ha raggiunta ora. La gloria di DIO. Ora è in cielo questa meravigliosa ragazza, beata tra gli angeli come LEI. Una ragazza nata, martoriata e morta senza mai conoscere la felicità. Ma non per questo ha mai mollato il suo unico scopo. Quello di prendersi cura dei suoi bimbi. L'amore che ha dato e mai ricevuto l' ha finalmente premiata e RIEMPITA DI GLORIA. Ora potrà finalmente prendersi cura dei suoi bambini. Quello che non Le hanno concesso di fare in questo inferno.

  • #3

    kappa (mercoledì, 30 agosto 2017 11:40)

    Il sacrificio di questa povera, disgraziatissima donna, serva almeno ad aprire gli occhi a tutti quelli che abitualmente, anche su questo forum, insultano ferocemente "quelle che battono sull'asse attrezzato".
    Anche loro, sicuramente, hanno a casa affetti e persone care, magari anche a migliaia di km di distanza.

  • #4

    cinico (mercoledì, 30 agosto 2017 11:53)

    Concordo con kappa. Che serva ad aprire gli occhi su tutte le altre situazioni.
    Riposa in pace piccola anima massacrata e martoriata come una santa da un sistema che premia le belve assatanate, gli aguzzini inferociti ed i bavosi di denaro. Ti hanno ucciso tutti quelli che non hanno fatto il proprio lavoro lasciando in libertà di agire indisturbato un avanzo di galera come altre centinaia di migliaia che vi sono in questo paese da buttare via e ricostruire da zero.
    Per i tuoi bambini, grazie all'amore che hai donato loro è categoricamente necessario che le istituzioni e la società si occupino di loro crescendoli con il miglior ricordo della loro mamma. La loro splendida mamma. Vediamo ora se i parlamentari li inviteranno alla camera questi bambini un giorno per premiarli e far sentire loro la presenza e la vicinanza dello stato. (volutamente s minuscola).

  • #5

    ALEX (mercoledì, 30 agosto 2017 12:20)

    R.I.P. Gloria sangue e cittadina ciociara e che il tuo carnefice e/o i tuoi assassini siano ben presto assicurati alla "giustizia" e che sia inflitta una pena pesantissima ma certa!
    Io mi associo alle parole degli amici ahah e cinico, perchè hanno detto con parole semplici e sincere quello che dovevano dire.
    Bellissima e toccante la lettera della blogger Claudia.
    Ciao Gloria...non ti conoscevo, ma morire in quel modo ed in presenza di due angioletti non è giusto! Dio, Dio, perchè hai abbandonato il tuo popolo?!

  • #6

    kappa (mercoledì, 30 agosto 2017 12:30)

    Faccio presente, ALEX, che Gloria non è certo la prima "prostituta" picchiata, aggredita o uccisa.
    Ogni tanto si legge di ragazze massacrate di botte, dal protettore, dal cliente o dal balordo di turno, spesso sono ragazze che vengono da paesi lontani, doppiamente penalizzate quindi.
    Cerchiamo un po' tutti di avere un minimo di rispetto nei loro confronti, anche a parole, la lingua spesso può ferire.

  • #7

    giovanna (mercoledì, 30 agosto 2017 12:39)

    Povera ragazza. Che riposi in pace. In qeusto paese la magistratura non funziona. gli organi competenti sono lavativi. non si possono rimettere in liberta' ste bestie. queste devono esere assicurate alla giustizia e forse con la pena di morte. mi spiace ma qui qualcosa deve succedere perche' non si puo' andare avanti piu'. qui c'e' una grave carenza di istituzioni!!!
    ci vuole qualcosa di piu' serio di sti quaquaraqua na volta di centrodestra e na volta di centrosinistra che fanno solo i loro porci comodi con le loro cooperative e mangiano a sazieta' ma non si accontentano mai lasicando degradare all'inferno il paese che da decenni hanno distrutto tutto.

  • #8

    vergogna povera ragazza (mercoledì, 30 agosto 2017 12:55)

    Perfettamente daccordo con Giovanna.Questa e' la fotografia dell'Italia.Qua o si cambia o si cambia.
    Questa ragazza e' stata uccisa dall'indifferenza. Che sia ben chiaro!! Dallo stato!!Lo stato deve garantire l'incolumita' dei cittadini.Questo assassino non doveva trovarsi sulla strada di una ragazza gia' distrutta e provata da tutte le carenze istituzionali che ci sono!Qui qualcuno deve pagare!Come la violenza sessuale dei due egiziani musulcani a quell'altra ragazza alla stazione! Quelle bestie non dovevano trovarsi in liberta' sulla strada della ragazza. Qualcuno deve pagare! Chi non ha assicurato le bestie assassine alla gisutizia deve PAGARE!!!!!!
    PAGARE!!!!