Estorsione in Bitcoin

7 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, alla frode informatica ed all’autoriciclaggio.

 

Sequestrato il capitale sociale e tutte le disponibilità finanziarie giacenti sui conti correnti riconducibili all’organizzazione.

In pratica venivano inoculati virus nei personal computer di ignari utenti. Il Virus, denominato criptolocker, blocca l’utilizzo dello strumento informatico. Per riottenerne la disponibilità gli utenti erano costretti a pagare un riscatto, rigorosamente in bitcoin, da acquistarsi su siti di cambiavalute riconducibili agli indagati.

 

Il controvalore, di circa 400 euro per ogni estorsione, veniva accreditato su carte di credito ricaricabili intestate a soggetti prestanome e comunque nella disponibilità del vertice dell’organizzazione. I finanzieri hanno anche ricostruito i successivi movimenti di denaro che, dalle carte ricaricabili, confluiva su conti correnti nazionali e, da quest’ultimi, all’estero.

Le articolate indagini hanno Tratto origine dall’analisi di numerose “segnalazioni per operazioni sospette” con le quali gli intermediari finanziari evidenziavano un anomalo utilizzo di carte ricaricabili.

 

Su queste era transitato, in circa un anno, oltre 1 milione di euro.

 

 

Nei sei mesi d’indagine sono stati ricostruiti i movimenti finanziari transitati per circa 40 carte di pagamento e sono stati ricondotti al modus operandi fin qui descritto numerosi accadimenti estorsivi denunciati dalle persone offese in tutta Italia. È stato riscontrato anche il tentativo di mascherare ulteriormente l’illecita attività con l’utilizzo di un’ulteriore schermo costituito da una società di cambiavalute creata ad hoc.

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Commenti: 1
  • #1

    è ... (giovedì, 28 settembre 2017 16:21)

    colpa dei migranti!