Armando. Arrestato l'Omicida

I carabinieri hanno chiuso il cerchio.

 

Armando Capirchio sarebbe stato assassinato e l'omicida avrebbe un nome ed un volto.

 

Proprio nelle prime ore di oggi infatti i Carabinieri del Comando Provinciale di Frosinone, hanno dato esecuzione ad un'Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere a carico di una persona ritenuta responsabile dell’omicidio.

Si tratta di Michele Cialei (in foto) 51 anni, allevatore spesso in conflitto con Armando Capirchio. 

 

Il delitto si sarebbe verificato a Vallecorsa lo scorso 23 ottobre 2017. La svolta nelle indagini sono state le tracce ematiche: una striscia di sangue di 25 metri. E poi lungo il sentiero repertate delle pietre sempre sporche di sangue. Grazie ai carabinieri del Ris si è collegato il sangue ad Armando. Lo stesso sangue è stato ritrovato anche nell'auto in uso esclusivo a Michele Cialei.

 

Questi già in passato aveva avuto scontri con Capirchio. Si lamentava che Armando fosse responsabile della morte di tre animali, tre mucche. Con attività tecnica, controllo celle e tabulati telefonici, i carabinieri capiscono che nell'ora del delitto e in quella zona erano presenti solo due persone la vittima e l'omicida. Proprio quel giorno quest'ultimo si era recato nella zona con il fucile.

 

IL CORPO DI ARMANDO. Il corpo di Armando Capirchio però ancora non è stato rintracciato dai carabinieri.  Unità cinofile e cani molecolari hanno collaborato alla ricerca. Utilizzati anche i droni e lo Squadrone “Cacciatori Calabria” dell’Arma, specializzati proprio per perlustrazioni in zone particolarmente impervie.

Le Varie Fasi dell'Indagine

“Omicidio premeditato ed occultamento di cadavere”. Questa l'accusa per l'arrestato.  I carabinieri infatti hanno ricostruito l'intera vicenda. Il 23 ottobre Armando era uscito di casa per recarsi in località Pietralunga dove aveva del bestiame allo stato brado. Non è mai tornato.

 

Il 25, dopo la denuncia di scomparsa, partono le ricerche avviate nell’ambito di specifico piano provinciale e condotte dai Carabinieri, dai Vigili del Fuoco nonché da volontari locali. Si è subito battuta la zona montuosa dove l’uomo era solito parcheggiare la sua autovettura prima di recarsi nell’area di pascolo del suo bestiame.

Le ricerche, nei giorni successivi, sono state estese in tutta l’area montana solitamente frequentata dall’allevatore ed hanno  consentito di rinvenire nella stessa località, lungo un sentiero e su alcuni sassi, tracce ematiche che aprivano un nuovo scenario sulle probabili sorti del Capirchio (in foto) facendo così decadere l’iniziale ipotesi del “malore”, accreditando invece la tesi di un’azione violenta subita dallo stesso, che ha avuto come epilogo la sua morte.

 

Proprio seguendo questa ipotesi, i militari operanti sono riusciti ad acquisire alcune testimonianze le quali, benché non direttamente riferibili alla ipotizzata aggressione, permettevano di ricostruire le frequentazioni della vittima e far registrare la presenza sul posto di altre persone e autovetture, la cui individuazione, contribuiva fortemente a fissare l’arco temporale dell’aggressione.

 

Accertata l’esistenza di una situazione conflittuale con lo scomparso, legata a motivi di pascolo e che nel recente passato, era sfociata in uno scontro fisico tra i due (in cui aveva riportato lesioni al capo). E' emerso altresì che l’arrestato serbasse forte rancore nei confronti della vittima ritenendolo responsabile della morte di tre suoi bovini.

 

Michele Cialei è stato ascoltato più volte in qualità di persona informata sui fatti. Lui ha sempre negato però ogni contatto con la presunta vittima, nonostante una serie di informazioni, nel frattempo acquisite, che confermavano in maniera certa la sua presenza nel luogo della scomparsa proprio nell’arco temporale ipotizzato per il compimento del tragico evento. I carabineiri hanno infatti accertato che l'uomo si era recato sui monti armato di fucile da caccia e, successivamente, tornato presso la propria abitazione, era uscito nuovamente con un sacco e, probabilmente, dei guanti.

 

A supporto della tesi investigativa anche gli esiti degli accertamenti biologici eseguiti dal R.I.S. di Roma che mediante specifiche analisi genetiche e biologiche, le attribuivano allo scomparso. Ad ulteriore sostegno dell’ipotesi investigativa intervengono anche le analisi eseguite sulle tracce di sangue rinvenute all’interno del portabagagli dell’autovettura in uso al Cialei, che anche in questo caso riconducono al Capirchio.

 

Dunque, tutti gli elementi investigativi raccolti convergono in un’unica direzione che portano a ritenere che Armando Capirchio sia rimasto vittima di un’azione omicidiaria, ragionevolmente compiuta a colpi di arma da fuoco e che il suo corpo sia stato occultato.

 

A questo punto è intervenuta l’Autorità Giudiziaria che, concordando pienamente con il quadro investigativo risultante, ha emesso l'Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere. L’arrestato è stato quindi ristretto presso la Casa Circondariale di Frosinone. Proseguono tuttora le ricerche per il rinvenimento del cadavere del Capirchio.

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