La Spinacacia, l'Urbanistica e lo Stadio

Torniamo sull’argomento arboreo cercando di approfondire le nostre conoscenze agro-forestali e relative implicazioni con l’urbanistica frusinate.

 

Per spinacacia – nel vernacolo frusinate – si intende una alberatura spontanea di scarso interesse,

definita scientificamente quale “robinia pseudoacacia”. È una pianta di scarsa utilizzazione sia ornamentale che di impiego per legna da ardere. Se non fosse per i fiori, si potrebbe definire inutile.

 

Sennonché, indagando a fondo, ci si accorge che di quest’albero se ne parla nell’Antico Testamento: “…fece l’arca di legno di acacia, lunga due cubiti e mezzo…” (Ant. Test. – Esodo). E scusate se è poco.

 

Ma a parte la sacra storia, non è che per questi motivi si elimini o si possa sorvolare nei tempi attuali e moderni, sulla l’inutilità della predetta essenza.

 

La Spinacacia e lo Stadio. E veniamo all’urbanistica. Da mesi e mesi è in atto uno spietato contenzioso fra gli uffici regionali, soprintendenze e burocrati circa la realizzazione di un percorso che dovrebbe collegare viale Michelangelo e lo Stadio Stirpe per garantire l’accesso alla squadra ospite in modo tranquillo e garantito.

 

La prima domanda che ci poniamo è “ma tale via di collegamento dovrebbe attraversare una foresta? No. Forse una bosco? Nemmeno. Una macchia? Ma dai! E allora si chiamino le cose col giusto nome: trattasi di ampia fratta, nome che evoca fra noi di una certa età, piacevolissimi ricordi adolescenziali.

 

Ma lasciamo da parte queste malinconie.  Noi non abbiamo contezza dell’iter in atto ma certamente, una riflessione nei confronti dei burocrati si può svolgere. A distanza di tanto tempo “ma che c…osa andate cercando?”

 

Vi hanno presentato un progetto, immaginiamo. E rispondete! a) si può fare; b) non si può fare (motivando); c) si può fare “cambiando però questo, questo e questo”.  No. Adesso pare che arrivi uno dei sommi sacerdoti regionali con incarico di contare le piante di spinacacia che saranno da sradicare.

 

E non lo potevi fare l’anno scorso? Ma questo non è niente. Dopo la conta il carteggio passerà all’esame degli uffici provinciali (si, sto parlando della Provincia) per un ulteriore parere.  “Scusa compà! ma le province non le avevano abolite?”

 

Ecco, siamo in piena farsa italiana che – come al solito - rischia di trasformarsi in tragedia.

 

E la tragedia sapete dove sta? Sta nel fatto che siamo in balia di pseudo-burocrati che sarebbe meglio definire burosauri e cioè ingombranti, lenti e tardi animali che ostacolano e rallentano la crescita della nostra società.

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Commenti: 7
  • #1

    Marco (venerdì, 13 luglio 2018 21:00)

    Ma sti cazzi di da fastidio perché non lo hai fatto tu, ma ultimamente si pubblicano anche cose di interesse personale su un sito giornalistico?

  • #2

    Michele (sabato, 14 luglio 2018 12:42)

    Ottimo articolo, concordo pienamente con il giornalista.

  • #3

    pulp (sabato, 14 luglio 2018)

    L’articolo descrive bene la realtà, dove sta l’interesse personale?

  • #4

    Marco (sabato, 14 luglio 2018 18:37)

    L'interesse sta nel fatto che probabilmente il tecnico che scrive la conta degli alberi la voleva fare lui... Se bin fosse chiaro

  • #5

    Gianni (domenica, 15 luglio 2018 15:18)

    Marco non c'hai capito un cazzo

  • #6

    Marco (domenica, 15 luglio 2018 15:29)

    Io credo di aver capito molto bene e chi risponde probabilmente è chi ha scritto l'articolo o qualche altro tecnico del settore in crisi profonda e pentito di aver scelte quel settore che fondamentalmente non paga, e stanno a fa a gara per due spicci di monitoraggio del verde passano giornate a sognare progetti irrealizzabili o mal pagati ma andate a quel paese

  • #7

    La Redazione (domenica, 15 luglio 2018 16:04)

    Signor Marco ha preso un abbaglio. Non sappiamo dove prende le sue informazioni o se si tratta solo di sue elucubrazioni mentali. In ogni caso sono sbagliate. Tra l'altro non siamo soliti scrivere cose di interesse personale. Stia tranquillo.