Il Certificato di Morte del Centro Storico

È vexata quaestio la tormentata storia dello stato di abbandono e allontanamento “del” e “dal” centro storico di Frosinone.

 

Sono decine e decine di anni che la faccenda si pone e si ripropone con una cadenza ciclica interessando urbanisti,

 

politici, sociologi, scienziati sociali, analisti da bar, associazionisti di disparata estrazione… e chi più ne ha, più ne metta. Per alcuni la colpa è della politica, per taluni la colpa è dei commercianti. Per altri la colpa è del sindaco o del comune.

Qualcuno indica come responsabile addirittura il governo centrale. Come in tutte le questioni simili, la colpa è un po’ di tutti.

 

Se si vuole capire e comprendere il processo di abbandono del centro storico ai nostri giorni, dobbiamo scrivere la storia. Forse noiosa ma assolutamente necessaria.

 

Il certificato di morte del centro storico di Frosinone viene stilato il 18 aprile del 1962, ad opera del governo centrale.

 

In quel giorno viene emanata la legge n. 167 che all’art. 1 recita: “I Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti o che siano capoluoghi di Provincia sono tenuti a formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare, nonché alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico.”

È da qui che inizia il funerale.

 

Frosinone non ha ancora un Piano Regolatore (di seguito P.R.G.) ma la norma che precede, consente di dislocare su Colle Timio, Selva Piana e Cavoni, una carico abitativo di colossali dimensioni.

 

Tra il 1962 e gli inizi del 1970 Frosinone si dota anche di un P.R.G., frutto di una intesa politica che consegna ad alcune forze politiche di sinistra, la gestione delle zone PEEP e alla Democrazia Cristiana (forza egemone, protagonista della scena politica e nume tutelare di piccoli proprietari terrieri), la edificazione privata composta da lottizzazioni, sub-comprensori, ecc.

Nel frattempo il centro storico assiste inconsapevolmente al suo progressivo svuotamento senza accorgersi del trappolone (anzi, catrappola come si dice a Frosinone) contenuto nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. che testualmente recita: Art. 17 (Zona A) La zona si riferisce al centro storico….. Sono ammessi interventi di conservazione e risanamento organici, al fine di ripristinare spazi interni e dotare la zona di verde, di servizi elementari e parcheggi.

 

In tale zona l’intervento edilizio può realizzarsi solo con piani particolareggiati…

 

Hai capito dove sta la “catrappola”? Il piano particolareggiato – elemento essenziale e indispensabile per le trasformazioni urbanistiche - non vedrà mai la luce.

 

E lo sai perché? Te lo diciamo noi: perché non c’hai aree e spazi per i parcheggi, per il verde, per i servizi elementari. Tanto per capirci, facciamo un esempio. Tu sei proprietario di un locale negozio in via Garibaldi che è sfitto da anni? Vorresti farci un ufficio, una piccola e decente abitazione? Ci dispiace, ma non la puoi fare.

 

Tieniti il negozio sfitto e paga le imposte comunali. Ecco, abbiamo tratteggiato per sommi capi una situazione urbanistica molto complicata. Che avrà bisogno di essere ulteriormente approfondita nei prossimi giorni.

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Commenti: 9
  • #1

    ... (mercoledì, 25 luglio 2018 11:39)

    morto non lo so, triste e squallido sì.
    qualche settimana fa abbiamo prenotato da Ratafià per cena, siamo arrivati in anticipo e nell'attesa abbiamo fatto una passeggiata in zona; in un quarto d'ora non abbiamo incontrato anima viva, tutto chiuso, tutto sprangato.
    the day after, praticamente.

  • #2

    Mm (mercoledì, 25 luglio 2018 13:39)

    Riguardate l'articolo di alcuni giorni fa (Frosinone centro "storto"), ribadisco ai tanti scienziati di tirare fuori le idee.......

  • #3

    ... (mercoledì, 25 luglio 2018 14:19)

    idee? e quali? i piccoli commercianti, non solo a Frosinone, ormai sono stati praticamente fatti fuori dai centri commerciali e dalla grande distribuzione, nei centri storici è difficile trovare parcheggio, è difficile spesso pure installare un'impalcatura per lavori di manutenzione, ci sono una infinità di barriere architettoniche a complicare le cose soprattutto agli anziani e portatori di handicap.
    l'unica cosa (forse) sarebbe puntare tutto sulle potenzialità "turistiche" che però, è innegabile, Frosinone non ha e non ha mai avuto.
    la Ciociaria sì, il capoluogo no.

  • #4

    E allora? (mercoledì, 25 luglio 2018 16:46)

    Pizzerie? Ristoranti? Artigiani?

  • #5

    thug (mercoledì, 25 luglio 2018 23:35)

    Mi dite cosa c'è da vedere a Frosinone? Un paesone dove non vedono oltre il carnevale, fortuna che stirpe ha preso in mano il calcio. Ricordo quando andavo a scuola negli anni 80 mi piaceva Frosinone ora mi fa pena, passeggiando in centro non sento piu gli odori, il dialetto non incontro più lo ziotto che mi raccontava dei tempi andati. Che pena.

  • #6

    Diciamo pure (giovedì, 26 luglio 2018 07:14)

    che prima si girava a piedi e che più lontano del centro non si andava. Oggi con le macchine le distanze si sono ridotte, per i giovani Roma , Napoli o il mare sono dietro l’angolo e quindi in città non rimane nessuno. Ecco pure perché le nostre cittadine si svuotano.

  • #7

    ... (venerdì, 27 luglio 2018 11:50)

    che c'entrano Roma e le spiagge vicine? un conto è andare a Sperlonga, fare un tuffo e tornare a casa per cena, cosa ben diversa è andarsene definitivamente da un luogo.

  • #8

    gigi (venerdì, 27 luglio 2018 19:05)

    sporcizia sopratutto nelle vetrine abandonate e dei piloni non ne parliamo il sindaco si deve vergoniare e pensare che lo votatto

  • #9

    Già............ (venerdì, 27 luglio 2018 20:49)

    i PILONI, questo mistero........................transennati perchè pericolanti da quanti anni?