Lo Stadio e i Burosauri

Ulteriori sanzioni al Frosinone calcio, per le vicende dell’ultima partita di serie B?

 

Intanto un altro pugno in pieno viso viene sferrato da zelanti burocrati per la storia della costruenda strada di accesso allo stadio Stirpe.

La questione è così riassumibile. Si rende necessaria la realizzazione di una strada di collegamento che unisca via Michelangelo a viale Olimpia, allo scopo di consentire un tranquillo e garantito accesso verso lo stadio per le squadre ospitate nel prossimo campionato.

L’idea c’è, e ci sta anche un progetto che però turba non poco gli “zeloti” della Soprintendenza per la salvaguardia dei beni e delle attività culturali e del turismo – Direzione Regionale Belle Arti e Paesaggio per le province di Roma, Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo.

 

“Non si può fare”, è il responso soprintendentizio. “Ma stiamo scherzando? E con le robinie pseudoacacie (volgarmente denominate spinacacie) da estirpare, come ti metti?”

 

Ecco, qui risiede il principale problema, e cioè la spinacacia. E allora è bene che tu – sprovveduto e inconsapevole lettore – privo di qualsiasi elementare rudimento di tassonomia vegetale, sappia di cosa stiamo parlando.

La spinacacia (robinia pseudoacacia - in foto) è “una essenza arborea importata dal nord America nella seconda metà dell’800 per essere usata nell’ingegneria naturalistica grazie al suo apparato radicale importante.

 

Uno degli usi principali furono nel contenimento delle scarpate della costruenda ferrovia.

 

La specie si è ambientata mirabilmente al clima italico tanto da diventare endemica e perfino infestante” (si ringrazia il frusinate agronomo Lorenzo Rea per lo scientifico contributo)”.

 

Dall’assunto che precede ne deriva che se tu vuoi difendere e preservare la spinacacia, lo devi fare per quelle piante che crescono sulle scarpate, su terreni scoscesi o su aree che presentano problemi di contenimento e non certo su quelle decine di migliaia di piante che vegetano su superfici pianeggianti.

Ma c’è di più. La spinacacia sta per essere soprafatta e fagocitata (quindi prima o poi sparirà) da una essenza arborea di recente presenza.

 

Si tratta dell’ailanto (in foto) che si sta propagando in maniera esponenziale sul territorio ciociaro e che proviene dalla Cina.

 

L’ailanto è tossico, velenoso e infestante. Una pianta adulta emette fino a 250.000 semi che poi il vento distribuisce e dispone di una grandissima capacità pollonante (cioè “ricaccia”).

Torniamo allo stadio. Si ricomincia da capo con una nuova disposizione planimetrica, con un nuovo progetto, con un tracciato più lungo e con costi superiori.

 

Per concludere vogliamo rendere merito ai “burocrati” che assicurano il rispetto delle norme, leggi, regolamenti, ordini e discipline.

 

Ma nel contempo esprimiamo qualche perplessità circa l’operato dei “burosauri” (burocrati fuori dai tempi moderni) il cui unico compito sembra essere quello di ritardare, ostacolare e rallentare soprattutto con il metodo di “rendere difficile il facile, mediante l’inutile”.

Scrivi commento

Commenti: 3
  • #1

    alieno (domenica, 12 agosto 2018 11:21)

    un metodo per risolvere il problema ci sarebbe....ma poi che succederebbe?!
    ai molti intenditori il rebus risolvendi......
    ciaooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
    a volte l'illegalità sarebbe da preferire.....!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1

  • #2

    un lettore (domenica, 12 agosto 2018 11:34)

    Buono e Benedetto Matusa che ci ha fatto sognare x anni e anni dove nasce la storia del Frosinone calcio. Io invece del parco lo avrei lasciato come Stadio di riserva. Il Benito Stirpe certo e uno Stadio MERAVIGLIOSO pero poi succedono queste cose che non si riesce a fare una strada ? non la volete fare ! OTTAVIANI datevi una mossa il campionato sta per iniziare.

  • #3

    avete rotto (lunedì, 13 agosto 2018 11:57)

    non è che tutto può ruotare intorno al calcio, soprattutto dopo la "bellissima figura" fatta ieri in Coppa Italia. Tutti a zappare l'orto e curare il bosco