Accademia e Conservatorio

L’Accademia di Belle Arti e il Conservatorio “Licinio Refice” rappresentano per la città di Frosinone due prestigiose istituzioni culturali e accademiche.

 

L’Accademia ha la sede presso il centralissimo e antico palazzo Tiravanti in viale Mazzini da una

parte, mentre l’altra parte apre su viale Matteotti e quindi a pochi passi da piazzale Vittorio Veneto, Prefettura, Banca d’Italia, ecc.

Discorso diverso per il Conservatorio.

 

La costruzione è moderna e funzionale ed è ubicata nella zona bassa e pianeggiante, quasi nei pressi della stazione ferroviaria.

 

Sorge nell’ambito di un tipico e frusinate “guazzabuglio urbanistico” che comprende lo stadio di calcio, il Provveditorato agli studi (o come diavolo si chiama adesso), la piscina, il Conservatorio, il palazzetto dello sport, qualche fabbrica in disuso oltre che le antiche vestigia di una cartiera.

Ma veniamo a noi. Queste due prestigiose fondazioni culturali hanno attirato e attratto da tempo, una pletora di giovani artisti, anche di provenienza “extra moenia”: durante il periodo degli insegnamenti è facile vedere per Frosinone, scorrazzare giovani asiatici con i loro trolley, custodie di violini, viole da piede, oboi, flicorni,… e quanto altro possa costituire la strumentazione orchestrale.

 

È vero. Mai Frosinone ha visto una presenza così vasta di una comunità di giovani asiatici dediti alla musica o alle belle arti. Ora, mentre gli artisti delle arti visive “se la fanno” per il centro storico, quelli della musica se la devono fare a ridosso della stazione ferroviaria con un passaggio obbligato a piazzale Sandro Pertini, snodo degli arrivi delle ferrovie, del Cotral e della Geaf.

Musicisti in erba, ma anche docenti provenienti da fuori Frosinone, sbarcati al predetto piazzale raggiungono il Conservatorio utilizzando un passaggio – o meglio un tratturo campagnolo – il cui decoro e stato di manutenzione lascia alquanto perplessi.

 

Si tratta di una vecchia pista ferroviaria a scartamento ridottissimo che molti anni fa serviva a quelle fornaci, ora sede dell’Agenzia delle Entrate, per l’approvvigionamento dell’argilla.

 

Lo spettacolo di questo percorso è di una pena infinita. Rovi, fratte, monnezza, fango quando piove… tanto che tu che la percorri, a un certo punto pensi che possa sbucare un caimano o una anaconda.


Un appello a Nicola Ottaviani: “Sindaco!!!!... che il mio grido giunga a te! Fai dare una sistemata a questo passaggio”.

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Commenti: 1
  • #1

    Se (martedì, 04 settembre 2018 11:06)

    serve a procurarsi voti elettorali perché no?